Nuovo capitolo sul forno crematorio che divide Botrugno. Il sindaco Barone: ‘Basta falsità…’

A gettare acqua sulle polemiche degli ultimi giorni è il primo cittadino di Botrugno. In una nota, infatti, Pasquale Barone ha replicato punto per punto alle falsità circolate sul forno crematorio che tanto sta facendo discutere.

Su argomenti delicati come quelli che toccano o toccherebbero la salute dei cittadini è inevitabile che si creino polemiche, più o meno animate. È quello che sta accadendo a Botrugno, piccolo paese che conta meno di 3mila anime che, da mesi, sta discutendo sulla possibilità di costruire un tempio crematorio, il primo nel Salento, all’interno del cimitero comunale. Qualcuno davanti al progetto ha storto il naso, come il movimento civico ApertaMente preoccupato dei possibili impatti che la combustione delle salme potrebbe avere nel tempo sul territorio e “risentito” perché a suo dire nessuno, prima di prendere una decisione così importante, ha ben pensato di interpellare i residenti.
  
Dopo le proteste, i comunicati, le richieste e le iniziative messe in campo dal gruppo di minoranza, questa volta a prendere la parola è il primo cittadino Pasquale Barone che, in un comunicato stampa, ha voluto ribattere a quelle che definisce vere e proprie «falsità».  
  
E lo fa con un elenco in cui smentisce le voci circolate da quando il forno crematorio è diventato un caso:  

  •  “avviati i lavori” Falso! C’è solo un progetto preliminare che deve essere ancora valutato dal tavolo tecnico composto, tra gli altri, da specialisti di ARPA, Provincia, ASL, quindi da autorevoli studiosi dell’argomento in oggetto;
  •  “8 salme al giorno” Falso! La previsione realistica a regime è di circa 1000 cremazioni all’anno (Bari 800) quindi, massimo 4 al giorno;
  •  “dista 50 metri dalla prima casa”. Falso! La localizzazione è prevista nell’area di espansione del cimitero, che dista dalla prima casa oltre 200 metri e dal centro urbano circa 400metri!
  •  “120 striscioni nel paese”. Falso! Il fenomeno va ridimensionato ad un esiguo numero di attivisti che ha piazzato gli striscioni a casa propria e dei propri parenti, in alcuni casi apponendone anche due sul medesimo edificio.
  • “1500 firme raccolte”. Va precisato che sono state raccolte in numerosi comuni e non solo a Botrugno e al momento stendiamo un velo pietoso sulle modalità di raccolta.

  
Fatte le opportune precisazioni, il sindaco Barone passa a raccontare la «realtà oggettiva dei fatti»: «l’Amministrazione Comunale – si legge –  non ha mai inteso di procedere “senza se e senza ma” alla costruzione dell’opera. La sua realizzazione, infatti, è subordinata alla garanzia data dagli specialisti sulla innocuità dell’impianto; ad un ritorno economico per tutti i cittadini in termini di abbattimento di tasse e/o di miglioramento dei servizi».
  
Insomma, secondo Barone se entrambe le condizioni venissero meno, non si procederà alla realizzazione dell’opera: «a tutela dell’Amministrazione comunale è prevista una norma di salvaguardia – spiega –  che consente al Comune di bloccare in qualsiasi momento la procedura, senza alcun onere a suo carico».
  
Dure anche le parole dell’ATI – ALTAIR srl – EDILVER srl – FUTURCREM srl che ha rotto il silenzio per difendere la “bontà” del progetto «è gioco facile fomentare il popolo con argomentazioni che cavalcano eventuali danni alla salute provocati da fantomatiche emissioni nocive, ed è tanto facile quanto indegno, soggiogare le persone magari per finalità politiche – si legge nella nota – il Salento è sprovvisto di un impianto crematorio a servizio dei cittadini ai quali è così precluso il diritto alla cremazione che resta sempre e comunque una scelta personale da rispettare. Proprio a loro è indirizzato il tempio, a chi sceglie la cremazione come ultimo atto della propria esistenza terrena».



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