Grande attesa per l’Operazione Spazzamare, la più grande giornata di pulizia dei fondali mai realizzata in Italia. Un appuntamento organizzato dal progetto europeo Clean Sea Life e dal Corpo delle Capitanerie di Porto che hanno deciso di unire le forze per una nobile causa. Anzi per una ‘battaglia importante’. La data da segnare in rosso sul calendario è quella di lunedì 8 giugno, in occasione della Giornata Mondiale degli Oceani. Non è una scelta casuale, quindi.
In cosa consiste?
I sommozzatori di una quarantina di centri immersione e i cinque Nuclei Subacquei della Capitaneria di Porto, armati di sacchi e palloni di sollevamento, si immergeranno in darsene e porticcioli di tutte le regioni costiere d’Italia, in aree naturalistiche e persino in un sito archeologico sommerso, per liberare i fondali dai rifiuti. Gli oggetti recuperati saranno catalogati, pesati e poi smaltiti grazie alla collaborazione degli enti locali. Le attività saranno rilanciate sui social con hashtag #Spazzamare.
Le immagini dei delfini, squali e persino balene nei porticcioli, in questi mesi di lockdown, hanno stupito gli italiani,
rivelando una biodiversità spesso inaspettata per il Mediterraneo. L’acqua limpida, però, ha rivelato anche la
quantità di bottiglie, sacchetti di plastica e copertoni che giacciono sui fondali, oltre a guanti e mascherine, ormai
segnalati ovunque in mare.
Nel Salento le attività si svolgeranno nel porto di Tricase dalle 09.00 alle 12.00 grazie al contributo di diverse associazioni tra le quali FIas Lecce, Dwd Diving e Associazione Magna Grecia Mare.
La Guardia Costiera italiana, condividendo gli obiettivi del progetto europeo Clean Sea Life, parteciperà all’evento
operando con il personale specialistico dei propri 5 Nuclei subacquei che, accanto ai volontari, concorreranno a
una giornata straordinaria di tutela dei nostri mari. Ma non solo. I Comandi territoriali e i sommozzatori della
Guardia Costiera garantiranno la necessaria cornice di sicurezza in mare, coordinando l’attività di tutti i diving
presenti al fine di agevolare il regolare e sicuro svolgimento delle operazioni di bonifica, nel rispetto delle norme
vigenti in tema di emergenza Covid-19.
Quella dei Subacquei della Guardia Costiera è un’attività che da ben 25 anni – il 1° Nucleo venne istituito il 1°
gennaio 1995 a San Benedetto del Tronto – viene svolta senza sosta per tutelare i nostri mari, non solo attraverso
concrete opere di bonifica: si pensi all’incessante opera di rimozione delle “reti fantasma”, abbandonate sui fondali,
dannose per l’ambiente marino e veri e propri strumenti di morte per le specie marine che vi rimangono
intrappolate: ma anche attraverso un monitoraggio costante volto a contrastare le attività illegali di pesca, come
pure a individuare gli eventuali scarichi abusivi o a tutelare il patrimonio archeologico sommerso
Con il loro impegno, a 25 anni dalla loro istituzione, gli operatori subacquei della Guardia Costiera rimangono
ancora oggi i protagonisti indiscussi di quella “cultura del mare” della quale la Guardia Costiera da sempre si è fatta
portavoce.
«Ringraziamo di cuore i diving center e le centinaia di subacquei che oggi dedicheranno le prime, agognate
immersioni dopo il lockdown non al divertimento ma alla tutela del mare, e gli Enti locali che assicureranno lo
smaltimento dei rifiuti. Ma la battaglia contro il mare di plastica si deve combattere a terra, riducendo il più possibile
la produzione di rifiuti. Prima che arrivino a mare» ricorda Eleonora de Sabata, portavoce del progetto di
sensibilizzazione sui rifiuti marini capitanato dal Parco Nazionale dell’Asinara che, con il supporto del programma
LIFE della Commissione Europea, in quattro anni ha coinvolto oltre 20.000 persone e rimosso 75 tonnellate di rifiuti
dalle coste e fondali italiani.