«E se invece dell’avvocato avessi fatto il medico del pronto soccorso? All’indagato non avrei dovuto prestare le dovute cure? »
È arrabbiato il sindaco di Lizzanello, Fulvio Pedone e sulla sua pagina facebook non riesce a farsi scivolare addosso le polemiche che lo hanno investito quando in città si è saputo che l’avvocato difensore dell’uomo che aveva accoltellato il titolare di un bar di Merine finito in ospedale a Scorrano con l’addome perforato sarebbe stato proprio lui.
Una sorta di dottor Jekyll e Mr Hyde, così lo hanno dipinto in molti sui social; un Giano bifronte capace di indossare la fascia tricolore e partecipare ad iniziative importanti contro ogni mafia e contro ogni tipo di criminalità diffusa sul suo territorio e nel Salento in generale… e poi in grado, con la stessa disinvoltura, di vestire la toga nei palazzi di giustizia per prendere le difese di chi è accusato di aver accoltellato un suo concittadino rischiando di ucciderlo.
«Il compaesano indagato di tentato omicidio a Merine, anche se vi sembrerà strano – scrive il primo cittadino – ancora non è colpevole; la dinamica dei fatti che gli vengono contestati è ancora nelle mani della Procura, che allo stesso modo dell’avvocato, sta lavorando per accertare cos’è realmente accaduto la sera del 20 novembre scorso. Pur difendendo l’indagato, vi sembrerà strano, a me dispiace per il giovane che ha avuto fisicamente la peggio (anche gli avvocati hanno un cuore), mi dispiace in generale per quanto è accaduto, ma da avvocato mi occupo di quello che è già accaduto, non di quello che deve ancora avvenire o che non sarebbe dovuto accadere; ma voi, pur di attaccarmi siete arrivati ad addebitarmi responsabilità pubbliche per fatti privati di altri: il sindaco-avvocato non deve fare l’avvocato di un indagato del suo paese, in difetto si deve vergognare moralmente perché, con la sua difesa, è stato responsabile della gravità pubblica che il fatto di reato ha avuto».
Accusa i suoi avversari di fare psicoterapia dell’odio, di imbracciare il fucile del giustizialismo, di non remare nella stessa direzione di chi vuole migliorare la propria comunità: «Non sto difendendo un caso di corruzione consumatosi a palazzo di città, sto difendendo un mio vecchio cliente e lo difendo anche perché me lo ha chiesto suo figlio, un ragazzo straordinario».
Insomma può un avvocato, anche se temporaneamente sindaco di una città, smettere di fare il suo mestiere e di difendere chiunque come prevedono le leggi di questo Paese? Oppure una semplice questione di opportunità avrebbe fatto bene a sconsigliare Fulvio Pedone da prendere in carico quel caso? La vicenda ha fatto discutere molto a Lizzanello e Merine, ma non può essere ridotta a bega di paese, perché potrebbe essere l’occasione per una riflessione condivida da parte di tutti.
«Quello dell’indagato, tra l’altro carcerato in questo caso, è una condizione umana che necessita di difesa (questo non lo dico io, ma la Carta Costituzionale), si tratta di difesa tecnica nell’ambito del processo, non di condivisione della condotta contestata. Di questa difesa tecnica si occupa l’avvocato che -badate bene, lo ripeto per chi era assente- nel fare il suo lavoro, non condivide le condotte illecite contestate al suo assistito. Senza accorgervi (almeno lo spero), avete criminalizzato il ruolo dell’avvocato penalista, il quale secondo voi non dovrebbe poter svolgere funzioni pubbliche in quanto il suo è un ruolo, una professione di per se riprovevole perché difende i cattivi. Perché, l’avvocato che si occupa di materia penale, difende i cattivi (anche loro Figli di Dio). È evidente che un avvocato è chiamato a difendere coloro che sono accusati di avere commesso un reato e, anche, coloro che sono stati condannati per avere commesso un reato, perché -tenetevi forte …- anche i condannati hanno diritti da tutelare. … ma che ve lo dico a fare? »
Già, che ve lo dico a fare? Sui social è davvero difficile poter argomentare, discutere, dibattere. Sui social si carica a testa bassa senza mai essere disposti a cambiare opinione. Senza gentilezza, con ostilità piuttosto. Per il gusto di litigare. Basterebbe invece fare un passo indietro dalla linea di fuoco dei propri convincimenti e ascoltare. Anche a Lizzanello, da una parte e dall’altra.
