Lecce aderisce al Manifesto per la comunicazione non ostile. Salvemini: «Sui social bisogna tenere i nervi saldi»

La scelta dell’amministrazione leccese discende da una particolare sensibilità nell’uso del linguaggio della comunicazione da parte del primo cittadino, che ha raccolto l’appello del riconfermato presidente Anci Antonio Decaro.

«Se è vero che il linguaggio è il principale mezzo attraverso il quale ciascuno si definisce, la qualità delle comunicazioni tra gli amministratori e i cittadini sui nuovi media contribuiscono a definire il profilo di una comunità. Per questo anche noi a Lecce abbiamo tenuto a fare la nostra parte»

Sono parole preziose quelle che il Sindaco di Lecce, Carlo Salvemini, ha voluto utilizzare per spiegare la scelta dell’Amministrazione Comunale di approvare con delibera di giunta il Manifesto per la Comunicazione Non Ostile, elaborato dall’associazione Parole_O_stili.

Si tratta di dieci regole contro l’odio sul web, per concorrere a sensibilizzare tutti all’uso corretto del linguaggio sui social network. Sono tempi in cui anche gli amministratori vengono messi alla prova dall’utilizzo immediato e spesso maleducato dei social network. I cittadini si avvalgono senza filtri di quegli strumenti per chiedere, pretendere, protestare e a volte anche incensare acriticamente. Non ci sono filtri, non ci sono intermediazioni. C’è troppa confidenza, sicuramente. Si vuole un rapporto diretto e sbrigativo, anche spicciolo. Un ‘a tu per tu’ talvolta fastidioso.

«Nell’era della “disintermediazione”, come amministratori che ricoprono i ruoli istituzionali più prossimi al cittadino siamo sottoposti costantemente a continue domande, richieste di spiegazione, sollecitazioni, critiche, incoraggiamenti, attacchi, campagne collettive dettate da reazioni emotive alle notizie del momento o, peggio, a fake news – dichiara il sindaco di Lecce Carlo Salvemini – Chi ha responsabilità pubbliche deve imparare presto a tenere i nervi saldi, fare scorta di pazienza, impiegare le necessarie energie per gestire queste interazioni: lo sostengo da tempo ma avverto anche l’esigenza di regole comuni alle quali fare riferimento, norme di comportamento che agevolino un corretto scambio di informazioni (o di opinioni) con i cittadini ed evitino ogni degenerazione».

Il manifesto offre dieci regole alle quali il cittadino e gli l’amministratori pubblici in primis possono fare riferimento per “scegliere con cura le parole, partendo dal presupposto che in particolare i social network, pur essendo luoghi virtuali, non sono un porto franco, ma il centro in cui si incontrano persone reali”.



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