È finita al centro delle polemiche degli scorsi giorni la struttura ospedaliera costruita nei pressi del Vito Fazzi di Lecce. Dopo più di una cerimonia di inaugurazione il DEA, il Dipartimento di emergenza e accettazione di Lecce avrebbe dovuto essere virtualmente pronto; eppure, in pienissima emergenza Covid-19, la sua apertura si lascia ancora attendere. Non è questo, certamente, il momento di fare polemiche: ci sarà tempo anche per quello, ma solo una volta sconfitto il coronavirus che ha trasformato l’Italia in un campo di battaglia in cui si contano ogni giorno i caduti.
Ad intervenire sulla questione è il Codacons di Lecce con un solo obiettivo ed una sola domanda: “perché una struttura inaugurata in pompa magna e perfettamente collaudata e funzionante oggi non è al servizio della più grave emergenza sanitaria che il nostro paese sta affrontando dagli ultimi 80 anni?”. Parole che fanno riflettere e che non trovano, inspiegabilmente, una risposta ed una giustificazione.
Nelle scorse settimane, infatti, il Dea di Lecce è stato oggetto di un carteggio tra Regione ed una azienda privata milanese disponibile fin da subito a fornire l’ossigeno necessario all’apertura della terapia intensiva. Un’offerta, però, che sarebbe stata rifiutata dal Presidente Michele Emiliano che avrebbe scelto di rimuovere il serbatoio di ossigeno lasciato dall’azienda lombarda ed utilizzato in fase di costruzione della struttura, il tutto in favore di Air Liquid che già rifornisce il Vito Fazzi ed il Polo Oncologico di Lecce. Il Governatore, impegnato in questi giorni in prima linea contro il diffondersi del coronavirus, non ha risposto ufficialmente ma non si dubita sul fatto che presto fornirà la sua spiegazione ed è possibile che la vicenda si sposti in sedi diverse. Oggi non c’è spazio per le battaglie legali, nè per quelle verbali, a dire il vero.
Sta di fatto che dopo l’avvio dei lavori da parte di Air Liquid, le polemiche si sono scatenate, considerata la drammatica urgenza italiana.
Codacons chiede l’intervento della Magistratura per fare la dovuta chiarezza
“In Puglia ci si accapiglia su mere questioni burocratiche che non consentono un immediato utilizzo di una struttura che potrebbe essere fondamentale nella gestione dell’emergenza non solo per la Puglia ma per il sistema Paese”.
“Il Codacons di Lecce – si legge nel comunicato a firma degli avvocati Piero Mongelli e Cristian Marchello – auspica che tutta questa questione si risolva in fretta per il bene e la salute delle tante persone che hanno la sfortuna di incappare nel Covid19 e che non devono pagare anche la sfortuna di incappare in incapacità e impreparazione”.
E tutto torna alla domanda iniziale: perché una struttura già inaugurata, perfettamente collaudata e funzionante non si trova al servizio dell’emergenza sanitaria nazionale? Sarà la Procura a rispondere, anche a seguito dell’esposto contro ignoti presentato dal Codacons di Lecce.