
Giorni di crescente tensione alla Casa Circondariale di Lecce, dove il personale di Polizia Penitenziaria ha proclamato lo stato di agitazione sfociando in un sit-in di protesta indetto unitariamente dalle sigle sindacali Sappe, Sinappe, Osapp, Uil PA PP, Uspp, Cisl Fns e Cgil FP PP. La manifestazione si terrà lunedì 28 aprile 2025 alle ore 9.00 presso il carcere di Borgo San Nicola a Lecce, a seguito del perdurante silenzio del Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria (PRAP) in merito alle pressanti problematiche segnalate.
Le organizzazioni sindacali, attraverso un duro comunicato stampa, denunciano la mancata risposta alle ripetute istanze volte all’attivazione della Commissione locale per il benessere del personale. Tale commissione, prevista dal Protocollo d’intesa nazionale del 2004 e ribadita dalle linee guida del DAP del 2009, rappresenta uno strumento fondamentale per affrontare e risolvere le criticità che impattano sulla qualità della vita lavorativa degli agenti.
L’unica apertura al dialogo, sottolineano i sindacati, è giunta dalla Direzione dell’Istituto di Lecce in merito alla repentina chiusura della mensa, avvenuta il 5 febbraio 2025. La Direzione ha mostrato disponibilità nel valutare soluzioni temporanee, come l’utilizzo di una cucina da campo o l’impiego dei locali cucina dell’area ATSM, sfruttando l’attuale refettorio agenti.
Tuttavia, la risposta del Provveditorato, pervenuta solo il 16 aprile 2025 a una nota sindacale del 23 marzo, viene giudicata insufficiente e poco concreta. L’indicazione di una presunta data di avvio lavori per la mensa nella prima decade di maggio, con una stima di ottanta giorni per l’intervento, non viene percepita come un segnale di risoluzione tempestiva. I sindacati lamentano una “inspiegabile disattenzione” verso il personale, costretto a operare in condizioni ambientali e operative sempre più complesse.
Con l’avvicinarsi della stagione estiva, le problematiche legate alla chiusura della mensa si acuiscono. Il personale si trova spesso a consumare pasti frugali all’interno dell’ambiente detentivo, nonostante gli sforzi della Direzione per individuare spazi più idonei. Questa situazione, secondo le sigle sindacali, viola i più elementari principi di tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, sanciti dal D.Lgs. 81/2008, impedendo un adeguato momento di pausa e ristoro.
Il comunicato stampa ricorda che la mensa obbligatoria di servizio e il diritto al buono pasto sostitutivo sono diritti riconosciuti dalla Legge 203/1989 e dai contratti collettivi. Il mancato rispetto di tali diritti comporta un “evidente pregiudizio al benessere psicofisico del personale”. I sindacati sottolineano come il buono pasto non compensi in alcun modo il disagio causato dalla mancata erogazione del servizio mensa, evidenziando l’incertezza sulle tempistiche della sua concessione.
Dopo anni di impegno per condizioni lavorative più umane, le organizzazioni sindacali denunciano un “pericoloso arretramento” che mina il senso di appartenenza e la motivazione del personale.
Pertanto, con la proclamazione dello stato di agitazione e l’indizione del sit-in, i sindacati chiedono con urgenza un incontro formale con il Provveditorato Regionale per discutere le criticità esposte e invitano il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria a vigilare sulla corretta applicazione delle norme relative al benessere del personale e al diritto al pasto. In assenza di riscontri concreti e tempestivi, preannunciano ulteriori forme di protesta nel rispetto delle normative vigenti.
Il sit-in di lunedì rappresenta dunque un segnale forte e unitario del disagio che serpeggia tra gli agenti della Polizia Penitenziaria di Lecce, determinati a far sentire la propria voce e ottenere risposte concrete per migliorare le proprie condizioni di lavoro e tutelare il proprio benessere.