Anni di proteste, di appelli, di continue richieste di interventi, ma il giro di prostituzione nel quartiere Rudiae-Stazione a Lecce proprio non si arresta. Da anni, anche LecceNews24.it, si raccolgono accorati appelli provenienti da parte dei residenti del rione, stanchi di continui rumori, clacson suonati per tutta la notte e presenze indesiderate.
Una vera e propria battaglia che dapprima a portato all’installazione di telecamere di sorveglianza lungo le principali via interessate dal fenomeno, e che adesso vede la presenza di veri e propri cartelli ‘antiprostituzione’ sbucare come funghi qua e là.
Anche il Comune di Lecce, così, mutua l’esperienza di altri municipi d’Italia, dove la cartellonistica è prassi, rivolta a lucciole e clienti. “Strada sottoposta ai divieti di cui l’ordinanza sindacale n. 255 del 24/02/2016 Contrasto alla Prostituzione. I trasgressori saranno puniti con sanzioni di 300,00 euro”. Eccolo il messaggio affisso sui cartelli posizionati lungo via Martiri d’Otranto, piazzare Rudiae e nei pressi della Chiesa dell’Idria, appena prima del sottopassaggio della strada che conduce a Monteroni.
Basteranno a far desistere il mercato della prostituzione? Si vedrà, ma intanto è già polemica. Giovanni D’Agata, Presidente dello Sportello dei Diritti, infatti, storce il naso davanti alla nuova cartellonistica. ‘Non è un bel messaggio – dice – quello lanciato con la segnaletica in questione da parte di un’amministrazione che governa una città a vocazione turistico – culturale perché la lotta allo sfruttamento della prostituzione non si attua con la pubblicizzazione delle zone in cui il fenomeno si manifesta alla cittadinanza – e ne sono prova gli scarsi risultati manifestati dalla permanenza della problematica anche dopo il posizionamento dei cartelli – , ma con una costante vigilanza sul territorio da parte delle autorità di pubblica sicurezza e una guerra senza confini a tutti quei soggetti ed organizzazioni che utilizzano e segregano donne e transessuali di ogni età per trarne un illecito profitto’.
D’Agata, quindi, ritiene che qualche cartello non farà sgonfiare un fenomeno che perdura da decenni, ma pone anche l’attenzione su un altro aspetto. Se, infatti, la presenza di lucciole e transessuali ha reso meno attrattivo all’apparenza l’appeal del quartiere, adesso con i nuovi cartelli il rischio diverrebbe certezza. ‘Il danno di immagine – spiega il presidente dello Sportello – è evidente, sia alla città, e sia per il quartiere che rischia adesso una concreta perdita del valore commerciale degli immobili’.
