‘Quella grata è un pezzo di storia cittadina’, in via Palmieri torna l’inferriata col simbolo fallico

Nei giorni scorsi l’antica grata che stava ad indicare una casa d’appuntamenti aperta fino alla metà del secolo scorso, era stata rimossa per far posto ad una nuova. Ma i leccesi si sono ribellati e il settore urbanistico del Comune si stava attivando per il ripristino.

Chi conosce bene la città di Lecce e ogni angolo del centro storico, con i suoi aneddoti e le storie da narrare, tra realtà e leggenda,  ha avuto il suo bel ridire quando sulla finestra di uno dei palazzotti di via Palmieri al civico 22, da un giorno all’altro, non campeggiava più l’inferriata rappresentante un fallo. Sì, perché quel simbolo stava ad indicare quel che prima era ospitato all’interno dell’abitazione, ovvero una casa d’appuntamenti.

Dopo la scomparsa e la chiusura delle case a “luci rosse” a seguito della Legge Merlin, quella grata è rimasta lì dov’era, in bella mostra, a raccontare una delle pagine di storia cittadina, quelle della Lecce più segreta. Molte guide turistiche fermavano l’attenzione dei visitatori in quel punto, illustrando proprio quella grata.

Un giorno, gli attuali residenti del palazzo, hanno pensato di sostituire l’inferriata che, al di là di ogni rimembranza, un po’ di ilarità suscitava tra i passanti, oltre a manifestare evidentemente i suoi anni col ferro imbrunito. Ma questa decisione non solo non è andata giù ai cittadini leccesi, orgogliosi come sono del passato della città, ma ha determinato reazioni da parte degli uffici preposti, chiamati a far rispettare determinate norme di decoro e rispetto di quanto rappresenta un tassello di storia antica.
 
Non solo. Quella grata è stata cantata dal poeta Vittorio Bodini, tanto amato quanto riscoperto dalla sua terra, che con i suoi versi ha sempre saputo cantare non soltanto Lecce, ma anche il Sud tra le "case bianche di calce" e le donne dagli "sguardi duri".
Ora quel pezzo di storia è tornato al suo posto questa mattina. Il Geom. Pippo Scordo del Nucleo di Vigilanza del settore urbanistico comunale aveva già predisposto gli atti utili al ripristino dello stato originario dei luoghi e avrebbe provveduto alla notifica in queste ore. Ma non ve ne sarà più bisogno.

Al di là del fatto che esistono regole precise da rispettare per quanti intendono operare interventi di questo genere nel centro storico come, ad esempio, gli obblighi inerenti il testo unico e i regolamenti comunali – ha comunicato Andrea Guido, Assessore alle Politiche Ambientali del Comune – mi fa piacere rilevare come la faccenda della grata fallica abbia coinvolto un po’ tutti i leccesi che, come me, hanno a cuore ogni leggenda e ogni storia nata tra le vie del borgo antico. Anche esse fanno parte del nostro patrimonio storico culturale e per questo motivo sono convinto che occorre salvaguardare ogni cosa che possa testimoniarle e tramandarle nel tempo, ivi compresa la grata di Via Palmieri”. “Molti in città – ha proseguito Guido –giurano che la casa di tolleranza sia stata attiva fino al 1958, entrata in vigore della Legge Merlin, ma, anche se così non fosse, il simbolo fallico lo possiamo ritrovare anche su altri monumenti e questo deve farci ricordare che, al di là dell’iconografia contemporanea, questo segno porta con sé altri significati e positivi auspici come la fertilità e la buona sorte e che, per alcune civiltà del passato, il fallo era considerato un vero e proprio amuleto contro invidia e malocchio”. Un pensiero grato poi ai residenti del civico 22 che, senza ricevere alcun provvedimento, hanno ripristinato il tutto. Con buona pace di tutti.



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