Occupazione giovanile e divario generazionale, alla Luiss anche una studentessa salentina

È la Fondazione Bruno Visentini a presentare il Rapporto sulla situazione che interessa i ragazzi, soprattutto al Sud. Tra loro anche una ragazza del “De Pace” di Lecce.

Una crepa tra le generazioni ed una situazione difficile per i giovani del paese, che sempre più non vedono prospettive. Un divario enorme tra le nuove generazioni e le vecchie generazioni che si somma alle differenze che da sempre dividono l’Italia del mondo del lavoro, tra Nord e Sud. È la Fondazione Bruno Visentini a fornire i dati sulla situazione giovanile con il “III Rapporto 2019 sul Divario Generazionale e sul Reddito di opportunità”.

Ad ospitare la presentazione è la Luiss di Roma e tra i giovani a far sentire la propria voce non poteva mancare anche qualcuno dal Salento. A prendere parte all’evento è stata anche una studentessa dell’ultimo anno dell’Istituto tecnico professionale “A. De Pace” di Lecce.

Eleonora è una dei 10mila ragazzi che hanno partecipato al progetto “Millenial Lab 2030”: è lei a portare la sua testimonianza di fronte ad una platea di 200 ragazzi selezionati tra coloro che hanno partecipato al progetto. È affidato ad un video il messaggio della studentessa: una richiesta per un futuro migliore, che possa aiutare i ragazzi a lottare contro la perdita di speranze e di prospettive.

A lanciare l’allarme sulla questione giovanile è Luciano Monti, professore di Politiche dell’Unione Europea all’Università Guido Carli e condirettore scientifico della Fondazione Bruno Visentini, nonché curatore del Rapporto. Insieme a lui anche il rettore Andrea Principe e il moderatore Alessandro Laterza, oltre al Ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti, il Ministro per il Sud e la coesione territoriale Giuseppe Provenzano e il segretario generale OCSE Angel Gurrìa.

Soluzioni, è questo che i giovani chiedono: secondo il rapporto, infatti, solo il 18% dei ragazzi di età compresa tra i 14 e i 19 anni dichiara di voler rimanere nella sua regione in futuro e solo uno su cinque dichiara di sognare il posto fisso.

Le proposte da parte della Fondazione non mancano. Si parte dal “reddito di opportunità”, sulla falsariga del “reddito di cittadinanza” rimodulato sui più giovani, oltre ad una revisione di tutte quelle misure che, a conti fatti, non si sono rivelate generazionali.

Un futuro difficile si prospetta per i giovani, soprattutto per i ragazzi meridionali dove il divario generazionale subisce anche il peso del divario territoriale. Forse, solo un cambio di passo può salvare il futuro di tutti i ragazzi.



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