
Dopo il "si" della Camera alla riforma della giustizia, contenente la norma sulla responsabilità civile dei giudici, questa mattina si è tenuta una conferenza stampa convocata dal dr. Roberto Tanisi, Presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati della sezione distrettuale di Lecce, nonché della Corte di Appello del capoluogo salentino. L'incontro, organizzato presso il suo ufficio del tribunale, è servito a chiarire alcuni punti della legge e a presentare il punto di vista della magistratura, attraverso la sua principale associazione, che, ha precisato Tanisi, "pur avendo proclamato lo stato di agitazione, non ha indetto lo sciopero generale che si sarebbe potuto ingiustamente ritorcere sul personale amministrativo".
Il Presidente dell'ANM si è soffermato sulla questione della responsabilità civile dei giudici, sottolineando, anzitutto, che essa esisteva già in Italia, all'interno della legge Vassalli dell'88, smentendo così le affermazioni di alcuni addetti ai lavori, che accoglievano la norma come una novità assoluta nel panorama legislativo italiano. Egli ha poi spiegato come la nuova legge sia stata fatta, su "spinta dell'Europa", in seguito ad una sentenza della Corte che ha modificato la vecchia normativa, mettendo però in evidenza, che in altri paesi europei essa non esiste, oppure è contemplata solo in caso di "dolo".
Nella parte centrale dell'intervento, Tanisi ha espresso il punto di vista dell'ANM sulla nuova norma, affermando che, "pur avvenendo attraverso una citazione indiretta (verrà citato lo Stato) essa sia "pericolosa", anzitutto, poiché elimina il filtro dell'ammissibilità dei ricorsi, con la possibilità di ripetute ricusazioni". Egli ha poi sottolineato i rischi insiti nella modifica della vecchia legge, per ciò che concerne la possibilità di "adire il giudice per travisamento delle prove", anzitutto in merito ad una possibile incostituzionalità della stessa e per una tendenza alla burocratizzazione che rischierebbe d'ingolfare il sistema giudiziario.
Inoltre, ha concluso Tanisi, c'è il pericolo concreto che in futuro possa farsi largo una "giustizia difensiva", poiché il magistrato sentendosi "minacciato" da questa norma, potrà orientarsi verso sentenze "meno coraggiose", scegliendo la via dell'eccessiva prudenza.
di Angelo Centonze