Un prezioso frammento della storia marittima del Salento è riemerso dalle acque, come dimostra la scoperta di alcuni pezzi di artiglieria risalenti ai secoli XVII-XVIII, recuperati nello specchio che bagna Torre Mozza grazie a un’operazione congiunta tra istituzioni, forze dell’ordine e cittadini. Già perché è stato un cittadino ad avvisare le autorità competenti di quella preziosa presenza nel mare, rimasta nascosta per secoli. Grazie alla sua segnalazione, l’Ufficio Locale Marittimo di Ugento ha potuto avviare fin da subito un attento monitoraggio, scongiurando il rischio di danneggiamenti o trafugamenti.
La Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi e Lecce ha diretto le operazioni e il recupero degli antichi pezzi di artiglieria. Le attività, regolamentate dall’ordinanza della Capitaneria di Porto di Gallipoli, sono state effettuate dalla società ASPS Archaeo Services grazie al supporto della Guardia di Finanza, Sezione operativa navale di Gallipoli e al Nucleo Sommozzatori di Taranto.
Il recupero, oltre a scongiurare il rischio di danneggiamenti e trafugamenti, ha consentito l’acquisizione di dati
che saranno oggetto di un prossimo approfondimento, e ancora una volta evidenzia gli ottimi risultati raggiunti
grazie alla sinergia tra Enti e alla doverosa ma non scontata collaborazione dei cittadini.
La forza della collaborazione per la tutela culturale
Questo ritrovamento si inserisce nel nuovo Protocollo d’intesa firmato il 7 luglio 2025 tra il Ministero della Cultura e la Guardia di Finanza, volto a rafforzare la collaborazione interistituzionale nella tutela del patrimonio culturale nazionale. La firma, avvenuta tra il Ministro Alessandro Giuli e il Comandante Generale Andrea De Gennaro, testimonia un impegno condiviso che dimostra, ancora una volta, quanto il passato sia una risorsa da conoscere, proteggere e valorizzare.
Un patrimonio sommerso da riscoprire
L’area marina del Salento e non solo si conferma scrigno di tesori sommersi, custode di storie legate al commercio, alla guerra e alla vita quotidiana dei secoli passati. Il recupero di questi pezzi d’artiglieria apre nuove prospettive di studio.



