Salviamo la Biblioteca Comi e il Museo di Calimera. Il Salento si mobilita

Il Palazzo Comi a Lucugnano sede di una meravigliosa Biblioteca e il Museo di Storia Naturale del Salento di Calimera rischiano di essere le prime vittime della tanto contestata riforma Delrio.

Lucugnano, piccola frazione di Tricase con poco più di 2mila anime e Calimera, comune nel cuore della grecìa salentina hanno in comune più di quanto si possa pensare. La Biblioteca di Palazzo Comi, situata al centro del piccolo borgo e il Museo di Storia Naturale del Salento, il più grande del sud Italia, potrebbero essere le prime due ‘vittime illustri’ della tanto contestata riforma voluta da Graziano Delrio che, di fatto, ha depennato in un colpo le Province con tutto quello che la cancellazione dell’ente comporta. Era inevitabile, infatti, che a farne le spese sarebbe stata, in primis, la cultura. «Le Province – afferma Ernesto Abaterusso che ha preso carta e penna per scrivere un’accorata lettera al Governatore Michele Emiliano e al Presidente, Antonio Gabellone proprio per chiedere di tutelare e salvaguardare i beni culturali  – non stanno vivendo un periodo facile. Questo però non può e non deve giustificare scelte sbagliate e poco lungimiranti che, invece di investire in contenitori importanti di sapere, cercano nuovi modi di fare cassa e di sopravvivere».
 
Nelle stanze del palazzo baronale, un tempo di proprietà del poeta Girolamo Comi, vissuto a cavallo tra ‘800 e ‘900, ad esempio, si respirano la storia e la cultura di una terra che è diventata, nel tempo, un motivo di vanto e di orgoglio. La Biblioteca Comi, infatti, non solo è punto di riferimento per tutto il Capo di Leuca, ma è diventato nel tempo un faro, un posto dove poter studiare e soddisfare qualunque curiosità, in un'area spesso considerata periferica e carente di infrastrutture. Insomma, il luogo ‘simbolo’ per Salento e per la letteratura italiana è ora minacciato da un bando della Provincia di Lecce che prevede il passaggio dell’intera struttura in gestione privata trentennale.
 
Il Museo di Calimera, che funge anche da Osservatorio Faunistico e centro di recupero della fauna selvatica e delle soprattutto per tartarughe marine, con i suoi 2mila metri quadrati di area espositiva è un fiore all'occhiello del territorio.
 
Per questo si moltiplicano gli appelli affinché si eviti di perdere un patrimonio di inestimabile valore. Il consigliere regionale del Partito Democratico nella missiva ha voluto chiedere ad Emiliano di intervenire, quanto prima nella vicenda per fermare temporaneamente la procedura in attesa che si completi il tanto auspicato iter di attuazione della riforma Delrio sul riordino degli enti locali, mentre a Gabellone di dare un messaggio forte e di dimostrare alla comunità salentina di avere realmente a cuore il futuro e la tutela di questo bene che è e deve rimanere di tutti. «Mi permetto di suggerire a te e a tutta l'amministrazione provinciale – scrive Abaterusso – di soprassedere dal dare ulteriore impulso alla procedura di gara e di avviare, nelle more della legiferazione regionale sulla Delrio, un serio e profondo confronto con il Comune di Tricase, con i cittadini e con le associazioni locali affinché si definisca insieme una nuova strategia comune in grado di scongiurare lo svuotamento o peggio ancora la perdita di questa importante realtà».
 
Stessa cosa ha fatto l’Adoc: ha chiesto che i luoghi culturali strategici rimangano in proprietà pubblica, la sola che può con certezza garantire la piena fruibilità collettiva e la continuità di un uso libero, gratuito, mai assoggettato a logiche di mercato. «Per questo, – si legge nella nota – in nome della art. 9 della nostra Costituzione Repubblicana, Adoc chiede che il Ministero BBCC disponga un immediato sostegno finanziario a favore del Museo di Storia Naturale del Salento a Calimera (Le) e che la Provincia di Lecce ritiri la delibera che di affitto trentennale che prevede il passaggio della struttura in mani private senza vincoli con l'attività attuale».



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