
Bancarelle, dolciumi, torroni, musica e “cupeta”. Bella la festa. Belle pure le manifestazioni e i carretti che vendono lo zucchero filato. Le attrazioni tipiche dei festeggiamenti patronali rappresentano la parte d’intrattenimento di cui è bene gioire, perché da sempre desiderate e richieste dai leccesi. Quando arrivano i giorni che vanno dal 24 al 26 Agosto, insomma, si avverte nell’aria del capoluogo salentino una certa frenesia. Voglia di uscire e raggiungere i crocicchi del capoluogo salentino. Le celebrazioni dei Santi Oronzo, Giusto e Fortunato rammentano, però, anche altri aspetti. «Sembra doveroso ricordare che alcune persone, oggi, non possono far festa». Mons. Domenico Umberto D’Ambrosio sottolinea questo aspetto dalla Sala del Trono Arcivescovile – situata in Piazza Duomo – durante la conferenza stampa di presentazione del programma delle iniziative civili e religiose.
Tra l’altro, poco prima dell’incontro coi giornalisti locali – avvenuto assieme al sindaco di Lecce, Paolo Perrone, l’Assessore all’Ambiente Andrea Guido, e il presidente del Comitato Feste Patronali, Gianni Renna, il vescovo si è fermato con degli ospiti da lui molto graditi. «Stamattina ho accolto un po’ di gente povera, o con problemi – rivela D’Ambrosio – erano qui tristi, ma mantenendo intatta la loro dignità. Avevano i cartelli fuori, ma ovviamene sono entrati senza. Hanno chiacchierato con me e, per quello che posso, cercherò di dar risposta alle loro domande. Vogliono che io mi faccia portavoce dei loro bisogni. Certo! Lo farò eccome».
«È bello coinvolgere un po’ tutta la città in occasione dell’evento, che inizia con due appuntamenti tipici, a cominciare dalla processione di domani sera. E mi piacerebbe vedere tanta gente». «A me non piace stare lì impalato, in quei momenti, tant’è che spesso vado dagli ammalati per una benedizione, oppure saluto la gente accorsa. Questo mi arricchisce. Mi piacerebbe che durante la processione non sia il tempo delle chiacchierate, ma tutti partecipassimo con raccoglimento. Bella anche la sintonia tra Diocesi, città e Comune di Lecce. Ci ritroviamo insieme nelle due piazze: il luogo della fede e quello in cui la città ferve, piazza Sant’Oronzo. Giusto, allora, far festa, così come la ricchezza di tante manifestazioni».
«Non solo tre giorni è Sant’Oronzo, ma sempre! Proprio durante un mio discorso, pochi anni fa, lanciai l’idea del microcredito. Ebbene, oggi circa trenta giovani hanno avviato delle attività e lavorano grazie all’aiuto di tale progetto. Eppure, le attenzioni che diamo ai poveri non bastano mai. Ma ricordiamoci che anche i poveri devono far festa. Loro anche sono ospiti di questa meravigliosa realtà: la città di Lecce». Una piccola battuta sull’ormai imminente raggiungimento della pensione:«Io sono qua. L’età dice che sono alla fine, ma dobbiamo aspettare la decisione del Papa».