«Alè alè Santu Ronzu», cantava l’indimenticato Gino Ingrosso in uno dei suoi dischi più celebri. Oggi sarebbe da pronunciare a voce alta questa bella espressione della cultura leccese. Perché il santo, Oronzo (leggi la storia), è patrimonio di Lecce come di altri comuni del Sud, ma la capitale del barocco è particolarmente nota per la grande festa patronale e per il santo sulla colonna romana.
Oronzo, martire e protettore dei leccesi, dopo aver sostituito in una sorta di successione patronale la prima protettrice Sant’Irene, è intimamente legato al tessuto sociale e culturale della città, una città in cui tanti hanno avuto in sorte il nome del Santo. E così fra Ronzinu e Ronzu, non si contano le persone che ricevono gli auguri e, fino a poco tempo fa c’era l’usanza di farli a tutti i cittadini leccesi, perché la festa di Sant’Oronzo è la festa di tutti.
Le celebrazioni per ricordare il primo vescovo di Lecce, fra i primi martiri cristiani, come in tutte le feste padronali del Salento, uniscono sacro e profano. Si comincia il 24 agosto, prima con i vespri solenni poi (ma non quest’anno a causa del Coronavirus) con la solenne processione per le vie del centro storico, scandita da canti religiosi, preghiere e litanie, dalla musica inconfondibile della banda e dai botti che, di tanto in tanto, vengono sparati in lontananza. In Piazza Duomo, Monsignor Michele Seccia terrà il consueto «discorso alla città». Altro momento importante è quello del 25 agosto con la «Consegna dell’olio per la lampada da parte della città di Lecce rappresentata dal Sindaco». Il 26 è festa grande con il solenne Pontificale dell’arcivescovo metropolita rivolto alla città e alla diocesi.
Spiritualità, ma non solo. Uffici chiusi, aziende a riposo, celebrazioni civili (ridotte per la pandemia) e fuochi pirotecnici per chiudere la festa.
Auguri, quindi, oronzianamente parlando, ai forestieri benedetti dall’alto della colonna della piazza che del santo porta il nome e che costituisce un incrocio privilegiato di genti e turismi vari che a Lecce si incontrano in un abbraccio fraterno e universale.