Scuole aperte, ma con didattica a distanza attivabile su richiesta. È questa, in sintesi, la pronuncia del Tar di Bari, che in mattinata ha scritto l’ultima pagina del capitolo burrascoso sulle scuole, recependo l’ultima ordinanza con cui il presidente della Regione, Michele Emiliano, ha superato la precedente chiusura totale degli istituti pugliesi.
Resta in piedi, dunque, l’ordinanza 413 del 6 novembre 2020 con cui i cittadini che non vogliono la didattica in presenza per i propri figli possono chiedere la didattica a distanza. L’ordinanza precedente, quella con cui il 27 ottobre scorso si era decretata la chiusura totale delle scuole, è stata dichiarata priva di efficacia dopo l’emanazione del Dpcm del 3 novembre e la successiva ordinanza di adeguamento emanata dalla Regione. Per questo i giudici hanno considerato inutile procedere all’audizione di Emiliano, che aveva chiesto negli scorsi giorni di essere ascoltato in udienza.
Termina così, almeno per il momento, la polemica che aveva visto contrapposto il Ministero dell’Istruzione e il presidente della Regione Michele Emiliano. Colpito anche dalle critiche di una parte della comunità scolastica – studenti e genitori inclusi – che ha messo in scena proteste vigorose, giunte anche dinanzi ai plessi scolastici, per rivendicare l’inadeguatezza della didattica a distanza e l’insufficiente attenzione del governo regionale per le sorti degli studenti pugliesi.
Soddisfatto il Codacons Lecce. “Come già più volte anticipato il Codacons di Lecce, allo stato, pur non condividendo la seconda ordinanza n. 413/2020 della Regione Puglia, poiché intrisa di posizioni giuridicamente inaccettabili, esprime la propria soddisfazione per l’importante risultato raggiunto perché consente che le scuole restino aperte e consente ai bambini una serena partecipazione in presenza delle lezioni”, si legge in una nota.
“Alla luce della odierna decisione del TAR, il Codacons di Lecce valuterà le ulteriori iniziative a tutela ed in difesa dei diritti degli studenti e dei cittadini Salentini e Pugliesi”.
E soddisfazione giunge anche dall’Avv. Pietro Quinto, anche lui costituito in giudizio al fianco di alcuni genitori salentini. “E’ stato fissato un principio di grande importanza che contribuisce a dare una chiave di lettura e di soluzione al conflitto sul quale si dibatte fin da quando è iniziata l’era dell’emergenza Covid, e cioè il possibile conflitto tra Stato e Regioni – spiega il noto amministrativista. Lo spazio di intervento per le Regioni vi è soltanto fino a quando, in una specifica materia, non interviene il Governo centrale; diversamente in un settore come la scuola, che deve assicurare livelli di prestazioni uguali in tutto il territorio nazionale, si creerebbero quelle diseguaglianze che non possono essere accettate”.
In conseguenza della decisione del TAR di Bari, gli alunni del primo ciclo potranno continuare a frequentare la scuola a meno di una diversa richiesta da parte di genitori. “In questo modo – ha concluso l’avv. Quinto – vengono a conciliarsi due diritti entrambi garantiti dalla Costituzione: il diritto alla salute e il diritto allo studio che, specialmente nella provincia di Lecce ben possono essere salvaguardati considerato che le criticità maggiori, come emerge dai dati, sono concentrate nella parte Nord della Regione”.
