Scusi, l’ufficio casa? E’ chiuso fino a data da destinarsi

Un cartello campeggia da qualche ora sulla porta degli uffici di via Lombardia, dedicati alla presentazione delle domande per l’assegnazione delle case popolari. La denuncia di Giovanni D’Agata dello Sportello dei diritti del cittadino.

Accade a Lecce, accade all’indomani della bufera sulle case popolari, quelle abitazioni che, secondo normativa, dovrebbero essere destinate ai meno abbienti, a coloro che un tetto non possono averlo perché non hanno mezzi di sussistenza poter affittare o tantomeno acquistare una casa. Il tutto in base all’attuazione concreta del welfare da parte degli Enti Pubblici.

Nel capoluogo salentino, però, proprio quelle case popolari sono diventate terreno “minato”, su cui la Magistratura vuole fare chiarezza.

Sulla porta dell’ufficio casa del Comune di Lecce, in via Lombardia, quasi a voler stendere un velo su quanto sta emergendo a seguito delle indagini della Procura, campeggia un cartello su cui si legge “L’Ufficio casa per motivi tecnici rimarrà chiuso a data da destinarsi”.

Da qui l’amaro commento di Giovanni D’Agata dello Sportello dei Diritti Ormai l'amministrazione leccese è allo sbando ed ogni giorno, purtroppo per i cittadini del capoluogo, ne diffondiamo le prove. Come quei cavalli da corsa che arrivano al termine dell'ultima gara della propria carriera, il fine mandato dell'attuale sindaco e la sua giunta, sta svelando quotidianamente tutti i problemi che sono stati tenuti come la polvere sotto il tappetino. Eppure mancano ancora due anni alla fine dei dieci dell'attuale primo cittadino e dei suoi sodali, ma l'amministrazione sembra solo che si muova per inerzia anche se sta volta neanche l'inerzia pare sia riuscita a far riaprire la porta di uno dei più importanti uffici del "sociale" cittadino”.

Un cartello scritto a penna che, in effetti, fa tanta desolazione e lascia gli utenti senza riferimenti per addotti “motivi tecnici”. Per Giovanni D’Agata, “la motivazione addotta  da chi non si sa, appare risibile anche ai meno addentrati delle cronache cittadine. Resta la rabbia, però di quanti si sono recati presso lo sportello e rimarranno per un tempo indeterminato senza la possibilità di sapere se un giorno potranno presentare la domanda per avere un tetto dignitoso sulla propria testa”.

Tania Tornese



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