Frequenti ingorghi che creano file sgradevoli e, spesso, dalla durata piuttosto lunga. Non siamo nei pressi di una superstrada, bensì all'ingresso veicolare del padiglione Oncologico “Giovanni Paolo II” dell’ospedale Vito Fazzi, posto sul retro della struttura. Quasi ogni mattina – denuncia l’associazione “Salute Salento” – si assiste al groviglio di veicoli che, con non poche difficoltà, effettuano manovre per districarsi dall'imbottigliamento che si verifica.
Ma, fatto ancor più grave, l'ambulanza-navetta che trasporta gli ammalati e il personale al nosocomio leccese viene costretta a perdere molto tempo prima di riuscire a trovare il percorso libero da impedimenti. Gli stessi autisti del servizio domiciliare garantito ai malati oncologici, peraltro, trovano difficoltà ad accompagnare e prelevare i pazienti. Numerose anche le auto private che accompagnano parenti infermi e non deambulanti. A ciò, poi, si aggiungono spesso i furgoni dei fornitori assieme i camion delle ditte che installano macchinari. Tutt’altro che un bel vedere, allora, un malato oncologico (magari sofferente per aver appena finito di fare la chemioterapia) in attesa del parente che non riesce a raggiungere l'ingresso.
Ed ecco che proprio “Salute Salento” lancia un appello alla direzione dell'ospedale affinché provveda a disciplinare la circolazione nel ristretto cortile dell'Oncologico. Come peraltro ha già fatto al Fazzi, con l'istituzione di new jersey e rotatorie. Nello spazio interno invece, oggi vi parcheggiano molti dipendenti della Asl che sottraggono posti auto a chi deve affrontare le sofferenze e i disagi delle cure. Una situazione che potremmo definire di disagio in aggiunta all’emergenza furti segnalata nei giorni scorsi proprio dall’associazione salentina.
Tania Tornese