Sono passati tanti anni ma i giorni di gloria del Lecce non può scordarli nessuno, perché la speranza della Serie A sembrava lontana, quasi impossibile, almeno all’inizio della stagione 1984-1985. Poi, il cambio di passo, che forse non fu estremamente facile, ma che rese possibile il sogno dei salentini. Un caso, la vittoria col Pisa della Serie B e l’impresa per la promozione in Serie A, che cambiò per sempre le sorti dei giallorossi.
La nascita dell’US Lecce
L’associazione calcistica leccese nasce nel 1908, ma in realtà fa parte dello Sporting Club della capitale salentina, che amministra anche l’atletica e il ciclismo. Poi, nel 1927 si federa nell’US Lecce e i suoi colori sono il bianco e il nero, anche se poco dopo, nel 1929, diventano quelli ancora oggi indossati, il giallo e il rosso, grazie al passaggio in Serie B.
Gli anni Settanta e la promozione in B
Fino agli anni Settanta il Lecce si ferma e riprende, sempre palleggiando tra la Serie C e la Serie B. Poi, con gli anni Settanta la possibilità di promozione si avvera e il Lecce raggiunge la Serie B sotto la mano dell’allenatore Mimmo Renna, dopo anni in cui la squadra aveva sempre raggiunto la seconda posizione in classifica, ma mai riuscendo a fare il grande salto. Nello stesso anno, è il 1976, il Lecce si aggiudica anche la Coppa Italia di Serie C. Ma la squadra non ha nessuna intenzione di rimanere in B e le ambizioni, accompagnate da una forte determinazione, spingono i giallorossi all’impresa di trovare uno spiraglio per aggiudicarsi un posto in A.
Gli anni Ottanta – quelli della prima promozione in A
All’inizio degli anni Ottanta non ci sono grandi speranze, la squadra si attesta attorno al nono-decimo posto della classifica generale e, in realtà, nella stagione 1981-1982 sono a solo un punto dalla retrocessione in C. La squadra non porta un grande risultato neanche nel campionato successivo, anzi, a causa di una stagione altalenante, il Lecce raggiunge il 14esimo posto e nuovamente a due punti dalla zona retrocessione. Le speranze sembrano svanire, ma proverbialmente, è proprio dopo un periodo di buio che si può vedere la luce.
Per il campionato 1983-1984 la dirigenza decide di cambiare allenatore. Le stagioni passate non avevano portato un granché e sembrava l’unica scelta cercare di ottenere qualcosa di più, oltre quello che si era già fatto. Per questo si punta su Eugenio Fascetti, che aveva già guidato il Varese. Ma non solo, la dirigenza non ha intenzione di lasciare niente al caso e vuole di più. Al calciomercato riesce ad accaparrarsi nuovi portieri, difensori, centrocampisti, punte provenienti dal Milan. Non la mettono in crisi nemmeno le due morti dei difensori Ezio Rossi e Rodolfo Vanoli, che perdono la vita in un incidente. Alla fine, arrivano a chiudere con il quarto posto e, nonostante non riescano a raggiungere la Serie A, i giallorossi hanno tutta la speranza alle porte per la prossima gloriosa stagione.
Il 1985 – I giorni di gloria del Lecce
La stagione si apre male. La società cede alcuni importanti e storici giocatori. I tifosi, che si aspettavano nuovi importanti acquisti, rimangono delusi e sono in pochi coloro che decidono di presentarsi alle partite, alcuni sono contestatori. Il primo girone di Coppa Italia, che si tiene in estate, si chiude con soli 3 punti per la squadra e il penultimo posto in classifica. È un boomerang. Intanto, dirigenza e allenatore si impegnano ma temono, perché in campionato ci sono squadre, almeno secondo i dati di partenza, ben più forti e che avevano speso molto di più.
Ma le partite di campionato si aprono egregiamente e il Lecce ottiene 6 punti in 4 partite. Al 25 novembre i giallorossi sono quarti, a 5 punti di distanza dal Pisa, che è in testa. Ma l’inizio del 1985 sembra far perdere le speranze. Tre partite sfortunate e 6 punti di stacco con il Pisa, sempre primo in classifica, ma anche appaiati a Triestina e Perugia.
La sfida è ardua, lo sanno tutti, ma la determinazione è più forte di qualsiasi cosa. Prima la vittoria col Cagliari, poi quella col Monza, tre pareggi e la vittoria con Taranto. Ma la sfida più bella è quella con il Pisa, che cade sconfitto il 24 marzo. Così si arriva al 14 aprile con il Lecce secondo in classifica, appaiato al Perugia.
È un sogno, ma la sfida ora è con il Pisa, il Perugia, il Bari e la Triestina. Il Lecce continua a vincere, poi la sconfitta con il Genova. Ma dopo sette giorni si torna a vincere a Padova, ancora un pareggio a Bologna. A Perugia, però, il 19 maggio, si ha la prima tappa fondamentale: un pareggio. Ma la crisi si ha a Campobasso: a 15 minuti dalla fine i giallorossi sono i svantaggio di due gol, ma recuperano e pareggiano. A Trieste, il 2 giugno vincono e rimangono per un pelo nella zona di serie A.
Così, il 9 giugno, sconfiggono il Cagliari e il 16 giugno anche il Monza, vincendo il Campionato di serie B assieme al Pisa ed entrando per la prima volta nella storia in Serie A.
Il Lecce ha compiuto l’impresa. Sa di potercela fare e, infatti, da lì in poi, saranno per sempre tra la serie A e la serie B. Riuscendo, poi, a collezionare presenze in Serie A per diverse volte, tra le quali anche la presente.