Storie Maledette, boom di ascolti per l’intervista a Sabrina e Cosima. Bruzzone “Tante inesattezze, ora la gente è convinta che sono innocenti”

Boom di ascolti per Storie Maledette, il programma di Franca Leosini che ha intervistato Cosima Serrano e Sabrina Misseri in carcere per l’omicidio di Sarah Scazzi. Secondo la criminologa Roberta Bruzzone la ricostruzione contiene diverse inesattezze.

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«Sabrina, parlando con lei si resta soprattutto lacerati dall’ansia di crederle, ma tormentati dal dubbio se sia giusto o sbagliato crederle. Porto con me questo tormento». Si conclude con queste parole di Franca Leosini la seconda puntata di «Storie maledette» dedicata al delitto di Avetrana, consacrata dall’8,1% di share.

Il “tormento” della conduttrice che, con il suo inconfondibile stile, ha intervistato le due donne di casa Misseri condannate all’ergastolo per l’omicidio della piccola Sarah Scazzi si è insinuato anche nel pubblico. Sono tanti i commenti suoi social di chi ora è convinto che due innocenti stiano ingiustamente scontando in Carcere la pena per un delitto non commesso.

«Rendiamoci conto che queste due si stanno facendo l’ergastolo per il sogno del fioraio, le farneticazioni di un matto e i pettegolezzi di paese», scrive un utente su Twitter. «Questo processo dovrebbe far riflettere, non ci sono prove certe e concordanti, non c’è l’oltre ogni ragionevole dubbio ma hanno dato due ergastoli» cinguetta un altro. «Mi chiedo: se non ci fossero stati i riflettori dei media, Sabrina Misseri e Cosima avrebbero ricevuto la stessa condanna? Le prove a loro carico sono deduzioni logiche o sbaglio?», si legge.

La ricostruzione della vicenda su cui è stata scritta la parola fine, almeno per il capitolo che riguarda la giustizia, non ha convinto del tutto la criminologa Roberta Bruzzone secondo cui il racconto andato in onda in prima serata su Rai3 contiene molte inesattezze.
«Ci sono diversi errori nella ricostruzione effettuata durante la trasmissione. Peccato…mai affidarsi ad una sola parte per ricostruire vicende così complesse e delicate…il rischio di mettere in scena un teatrino grottesco è sempre molto elevato…» scrive sulla sua pagina Facebook

Un pensiero confermato anche in un’intervista rilasciata a ilfattoquotidiano.it. «Ho visto entrambe le puntate dedicate alla vicenda e avendo studiato approfonditamente gli atti e le tre sentenze di condanna, avendo fatto parte dell’inchiesta e avendo partecipato al processo come testimone dell’accusa devo dirle che nelle carte ho letto proprio un’altra storia. Tanti aspetti davvero interessanti e importanti, contenuti nelle sentenze, non sono state portate all’attenzione o sono sono stati citati in maniera impropria. Non è il mio lavoro fare le pulci a Franca Leosini: dovrei dedicarci due o tre giorni di lavoro perché le imprecisioni sono davvero tante e ho ben altro da fare» tuona la criminologa che ha ricoperto il ruolo di consulente della difesa di zio Michele.

Sbagliato anche non dare spazio alla famiglia della 15enne uccisa e ritrovata senza vita in un pozzo in Contrada Mosca, grazie al contadino che ha condotto gli inquirenti nella campagna dove aveva nascosto il corpo.«Perlomeno andava concesso un contraltare altrimenti il prodotto finale diventa squilibrato. Conoscendo la signora Concetta Serrano, madre di Sarah, credo che per lei sia stato davvero straziante» si legge nell’articolo a firma di Giulio Pasqui.

«La storia è proprio un’altra. Le persone che non hanno letto niente e hanno capito ancora meno, si sono lasciate suggestionare e ora sono convintissime che ci siano due innocenti in carcere quando la vicenda ha ampiamente dimostrato che è il contrario» chiosa (il link l’intervista completa).



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