Un incontro tra i giornalisti e l’ex presidente del Tribunale di Lecce, Roberto Tanisi (ora in pensione), in occasione della presentazione dello spettacolo teatrale “Storie Sbagliate” scritto per la compagnia “Temenos- Recinti Teatrali” che andrà in scena, venerdì prossimo, presso il Multiplex- teatro “Fasano” di Taviano alle ore 21. Era presente all’incontro, presso l’ex ufficio di Tanisi, il regista Marco Romano della compagnia “Temenos”.
Lo spettacolo “Storie sbagliate”, scritto da Roberto Tanisi (per oltre 40 anni, giudice penale), racconta del carcere e di carcerati, della pena e del rapporto tra il bene e il male e cerca, attraverso testimonianze di storie realmente vissute, di posare lo sguardo oltre le sbarre, di frugare nelle vite di chi è recluso, di cercarvi sensi di colpa e future speranze, o magari illusioni.
Si tratta di uno spettacolo teatrale che, anche attraverso immagini e canzoni, ci porta a riflettere sugli eterni interrogativi dell’esistenza, sul senso del castigo, su un luogo “non luogo” dove il tempo è come rarefatto, e dove entrarvi deve essere la persona, non il reato che ha commesso. O, almeno, così dovrebbe essere.
E nel corso dell’incontro odierno, il giudice Tanisi, oltre a presentare lo spettacolo, ha posato lo sguardo sulla difficile situazione delle carceri italiane. Difatti, ad oggi, sono già 34 i detenuti che in carcere, si sono tolti la vita. L’ultimo suicidio è di due giorni fa. E secondo Tanisi: “Non da oggi il carcere è considerato dai più, un luogo di perdizione e di emarginazione, lo specchio di un paese in cui “civiltà giuridica” sempre più spesso si misura sulla base di vuoti slogan, piuttosto che su leggi, servizi, strutture, comportamenti in linea col dettato costituzionale”.
Ed aggiunge: “Nel carcere vive una varia umanità, uomini e donne che qualcuno, anni fa, ha definito “avanzi della giustizia”, autori di reati legati, per lo più, alla marginalizzazione civile, alla povertà, al degrado sociale. Ovviamente, non vanno, per questo, giustificati, né vanno dimenticate le vittime del reato. Ma se le pene debbono essere eseguite, occorre vedere come ciò deve accadere, e come sia resa effettiva la funzione rieducativa della pena”.
Tornando alo spettacolo teatrale, gli interpreti, in ordine di apparizione, sono: Valentina Piccolo, Giulia Botrugno, Claudia Casto, Daniele Indino, Gloria Parisi, Francesca Melileo, Ilaria Romano, Mariella Mangiullo, Davide Licchelli, Enzo Esposito. I musicisti sono: Dario Cota, alle tastiere, Fausto Cota, alla voce; Renato Carrozzo, chitarra e voce; Mariella Mangiullo, voce.
Nello spettacolo viene fatto riferimento libro “Autodifesa di Caino” di Andrea Camilleri e ricordata la frase: “…Abele prese la mano e mi disse: “Tu hai ucciso me o sono io che ho ucciso te? Non ricordo più ma non importa. Stiamo qui insieme noi due, fratelli come prima”. “Ora so che mi hai perdonato davvero”, gli dissi, “perché dimenticare è perdonare”.