Turismo, il record del Salento è a scapito dei lavoratori. Cgil: “Si programmi stagione 2022”

Luci e ombre del turismo nel Salento. La stagione alle spalle è da record, ma nel settore c’è ancora l’ombra del caporalato e del mancato rispetto dei contratti.

turismo salento

Da un lato i numeri record, dall’altro lo sfruttamento dilagante, le paghe da fame, il mancato rispetto dei contratti. Sono le due facce del turismo in Salento, dove la stagione appena trascorsa ha registrato un boom d’affluenza: nei primi sette mesi del 2021 si è registrato un incremento del +45 per cento degli arrivi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A giugno gli arrivi sono più che raddoppiati rispetto al 2020 (+125 per cento) e luglio segna invece il +40 per cento, con flussi che registrano un incremento del +1,5 per cento sul totale del 2019 e del +11,5 per cento sugli arrivi nazionali.

Ma dietro i dati dell’osservatorio regionale del turismo c’è il sottobosco del precariato stagionale, del mancato rispetto dei contratti nazionali e della dignità dei lavoratori su cui torna la Cgil e il suo sindacato di categoria, Filcalms, puntando il dito sulla pretestuosa polemica del reperimento della forza lavoro stagionale, che nasconde le insidie del settore turistico in Italia.

Secondo il sindacato la genesi del rifiuto di un lavoro stagionale – tema al centro dei dibattiti estivi – non è da imputare alla pigrizia dei lavoratori, ma alle subdole forme di sfruttamento che si annidano nel settore.

“Riteniamo che la vera causa della riottosità nell’accettare un lavoro stagionale – è l’ammonimento della Filcalms Cgil di Lecce – non sia preferire il reddito di cittadinanza al lavoro, ma preferirlo ad una paga non rispettosa né dei contratti né della normativa ad essi collegata. Il turismo è un segmento economico che, al di là della retorica di volàno dell’economia, è una sacca di precarietà nella quale taluni si arricchiscono a discapito di altri e dove, spesso, si annidano forme subdole di caporalato”.

Una problematica non trasversale alle varie attività imprenditoriali, ma presente in buona parte del territorio, tanto da richiedere forme di programmazione preventiva e un’omogeneità dell’applicazione delle normative che non lasci spazio alla concorrenza sleale di altre imprese. Per la costituzione di un’industria turistica sana le richieste sono nette: una seria programmazione politica, una condivisione delle idee e il rispetto dei contratti nazionali per far diventare il turismo in Salento rispettoso della dignità dei lavoratori.

“Questo – spiega il segretario della Filcams Mirko Moscaggiuri – perché il turismo si nutre di risorse che non possono essere delocalizzate e chiama intorno a sé altri settori trainanti della nostra economia. Auspichiamo che i buoni propositi sulla programmazione e sulla concertazione non si disperdano nel cestino delle frasi fatte e che il dibattito si traduca in volontà politica concreta, sinergie istituzionali, buone pratiche imprenditoriali e rinnovata fiducia da parte dei nostri giovani. La Filcams sarà sempre a sostegno del lavoro di qualità, giustamente retribuito, nel rispetto della dignità delle persone. Soltanto così sarà possibile promuovere il pieno sviluppo delle personalità di lavoratrici e lavoratori e con esso quello dell’economia e della crescita territoriale”



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