V Domenica di Quaresima, il commento dell’arcivescovo Seccia alla liturgia della Parola

Nella quinta domenica di Quaresima, Gesù annuncia la sua morte e risurrezione con questa similitudine: «Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto»

Nella V domenica di Quaresima, Gesù annuncia con una similitudine la sua morte e resurrezione, l’ora in cui tutte le genti potranno vederlo e incontrarlo: «Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo. Se, invece, muore produce molto frutto».  Era chiamata anche “domenica della passione” perché protesa al dramma finale della vita di Cristo, a quella “parola della croce” che deve penetrare nel cuore e nella vita di ogni credente.

Cita il brano evangelico di Giovanni anche Mons. Michele Seccia nel suo consueto messaggio: «È il punto di arrivo  perché siamo tutti orientati attraverso il percorso penitenziale, ma anche di carità che abbiamo vissuto durante le settimane precedenti  – ha dichiarato l’arcivescovo – nell’intensificare il nostro impegno perché non si tratterà solo di contemplare Cristo nella sua Passione, ma di chiederci se anche noi attraverso una morte che può essere anche l’accettazione di una sofferenza, possiamo andare incontro a Cristo mettendo in pratica le sue parole e l’esempio che ci ha dato»

La Quaresima, attualmente, termina con la Messa nella Cena del Signore del Giovedì Santo. Ma per ottenere il numero 40 bisogna, come al tempo di Gregorio Magno, conteggiare anche il Triduo pasquale.



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