
Persino Enea avrebbe rinunciato ad approdare a Porto Badisco se la fuga da Troia lo avesse spinto sulle meravigliose coste della marina di Otranto nei giorni clou di agosto. No, neanche il mitico eroe di Virgilio ce l’avrebbe fatta a sopportare la ressa, le code chilometriche, i parcheggi assenti, il vicino di ombrellone troppo “vicino”.
Travolto dall’onda pacifica e a tratti cafona di salentini e turisti che, ogni giorno, invadono la minuscola spiaggia – piena fino all’inverosimile – o conquistano uno spazio dove le rocce appuntite degli scogli lo consentono, alla fine Enea avrebbe sicuramente scelto altri lidi, dove trascorrere una giornata con papà Anchise e il piccolo Ascanio. Esattamente come fanno tanti coraggiosi “vacanzieri moderni” che sognano di fare un tuffo in uno degli angoli più belli del Salento, ma devono rinunciarci.
In passato era un piccolo borgo di pescatori e oggi quelle poche case che si affacciano sul mare sono abitate soltanto d’estate. Chi conosce il posto, sa che non ha nulla da invidiare in tema di bellezza ad altre località salentine. C’è «Porto Russo», un’insenatura dove il mare ha un colore impossibile da ‘catalogare’: non è blu, non è turchese e nemmeno azzurro. Ci sono le «Tajate», dove l’acqua è sempre fresca grazie ad alcune piccole sorgenti. C’è «lu sbroia», per chi è più temerario: si deve camminare un po’ sulle rocce, ma lo spettacolo è ineguagliabile. A Badisco c’è tutto, c’è anche il buon cibo (tipici i ricci crudi gustati con un po’ di pane o con la pasta), ma manca ancora molto… I parcheggi, ad esempio vera e propria croce di un posto che avrebbe tante ‘delizie’.
I posti destinati alle auto sono troppo pochi e il risultato – inutile dirlo – è il caos. Ognuno lascia la macchina dove può: sulla strada, persino in curva o, in extremis, sulla litoranea restringendo la carreggiata ad un’unica corsia (il tratto tra l’altro conta numerose curve).
«Ci avevano detto che il posto era meraviglioso così avevamo prenotato in un ristorante. Il nostro programma – racconta un turista – era di fare un bagno e poi sederci a mangiare. Una cosa tranquilla, insomma…invece è stato un incubo. Ho fatto scendere mia moglie e mio figlio piccolo per cercare parcheggio, dato che avevo fissato il tavolo per le 12.30. Ho girato ininterrottamente per quasi un’ora. Quelli a pagamento erano ‘completi’, anche se ad ogni giro notavo che le auto continuavano ad entrare. Trovarne uno libero è un vero e proprio colpo di fortuna: per una macchina che esce ce ne sono minimo dieci in coda. “Fare un terno a lotto è più semplice che trovare un buco”». E non è l’unica segnalazione che racconta la stessa scena. Altri hanno rinunciato a fermarsi e sono tornati a casa. Altri hanno optato per la meno caotica, ma altrettanto bella Santa Cesarea Terme.
Bisognerebbe fare qualcosa. Accorgersi che Porto Badisco ha spiccato il volo. Prima tutti conoscevano tutti, “lì si mettono quelli di Uggiano”. “Qua ci sono quelli di Minervino” ora non è più cosi. A Badisco c’è gente proveniente da ogni dove attirata dalla sua fama. Una popolarità che spaventa e che, per alcuni, funge anche da deterrente.