Vaccinazioni, il tempo sta per scadere. Oggi ultimo giorno utile per mettersi in regola, a Lecce qualcuno fa ancora il furbo

Lecce e Taranto le province più celeri ad adeguarsi alle nuove normative, nonostante ci sia ancora una percentuale di chi non si è ancora presentato all’Asl.

Le lancette stanno scorrendo inesorabili per chi ancora non ha provveduto a mettere in regola i propri figli con le vaccinazioni obbligatorie, così come previsto dalla legge.

Entro la giornata di oggi, infatti, i dirigenti scolastici sono chiamati a trasmettere alle ASL di riferimento la documentazione presentata da genitori, tutori o affidatari per gli obblighi vaccinali dei bimbi fino a sei anni di età. Le vaccinazioni, si sa, sono requisito obbligatorio per i piccoli studenti al fine di accedere a scuola.

L’obbligo per fasce d’età

In base alla normativa, per i servizi educativi all’infanzia e per le scuole dell’infanzia (0-6 anni) la presentazione della documentazione rappresenta requisito fondamentale per l’accesso alle strutture, anche quelle private non paritarie.

Per gli altri gradi di istruzione, a partire dalla scuola elementare, la mancata presentazione della documentazione nei termini previsti non comporterà né il divieto di ingresso negli istituti scolastici né la partecipazione agli esami. Se però, in quest’ultimo caso, gli obblighi non verranno rispettati, la ASL è tenuta ad attivare un percorso di recupero. In caso di ripetuta inadempienza, scatteranno le sanzioni amministrative.

Lecce virtuosa

A livello nazionale, la copertura vaccinale ha segnato un netto miglioramento in quasi tutte le regioni italiane, nonostante le pressioni di chi proprio non ci sta.

Stesso dato positivo anche a Lecce che, insieme a Taranto, risulta la provincia pugliese più virtuosa, dove vi sono stati numerosi recuperi vaccinali.

“I flussi negli ambulatori sono ancora molto intensi e la situazione va via via migliorando – afferma il dott.Alberto Fedele del Servizio Igiene e Sanità pubblica della Asl di Lecce – Permane comunque un 3-4% per fasce d’età che non ha ancora provveduto. Ci sono state aree più sensibili ed altre più restie ad adeguarsi. C’è perfino qualcuno che, nel tentativo di eludere la normativa, ha scritto a diversi indirizzi email dell’Azienda sanitaria leccese, chiedendo rinvii e manifestando il proprio disappunto. Ma la normativa è chiara e occorre adeguarsi”.



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