‘Vendo-compro-Baratto’: al ‘Fazzi’ torna il televisore, ma c’è ancora paura per i furti

Grazie all’azione del gruppo Facebook ‘vendo-compro-baratto a Lecce’, si è raccolta la somma necessaria per ridonare al reparto di radioterapia del ‘Fazzi’ il televisore rubato nei giorni scorsi. Ancora paura per i furti.

Ricordate il televisore rubato nei giorni scorsi presso il reparto di radioterapia dell'ospedale 'Vito Fazzi'? Bene, un nuovo apparecchio audivisivo da cinquanta pollici verrà installato nei prossimi giorni grazie all'azione di alcuni volontari. Nel dettaglio, l'idea è venuta al gruppo salentino su facebook denominato "vendo-compro-baratto" che, mobilitando il mondo del web, con un paio di clic ha messo insieme la somma necessaria. L'installazione, a curi degli stessi attivisti, verrà effettuata in una bacheca d'acciaio, con tanto bloccaggio al muro col lucchetto. Una bella notizia, segnalataci dall'associazione 'Salute Salento'. 

"Quando ho letto il servizio sull’infame gesto riferisce uno dei promotori dell'iniziativa in rete, che non vuole apparire un eroe e intende rimanere anonimo – mi sono sentito ribollire il sangue. Non si può speculare sulla pelle di chi soffre". Peraltro, gli organizzatori hanno già presentato domanda alla direzione del nosocomio leccese, che a breve approverà la donazione, inventariando il televisore.

Intanto, però, cresce la preoccupazione degli operatori sanitari a causa dei continui episodi di furto che si verificano nel seminterrato del Polo Oncologico. Tempo fa, giusto per ricordare un episodio, vennero saccheggiati gli armadi dei distributori di bevande; dopodiché è toccato alle attrezzature dell’officina: pinze, trapani e strumenti per la manutenzione che oggi non esistono più. 

Nei giorni scorsi, subito dopo la sottrazione del televisore, i tecnici di radiologia assegnati al reparto di Radioterapia hanno firmato, compatti, una lettera nella quale chiedono al direttore generale, Giovanni Gorgoni, l’interruzione della reperibilità per l’irradiazione delle sacche di sangue nei giorni di chiusura del reparto, sabato, domenica e giorni festivi. Si è giunti a tanto perché i tecnici, in particolare le donne, hanno paura di rimanere da soli all’interno del reparto, ad irradiare gli emocomponenti che occorrono per le trasfusioni.