Come sempre attenta alla realtà sanitaria leccese, nell’interesse degli utenti, l’ associazione di volontariato Salute Salento segnala una nuova difficile situazione presso il nosocomio leccese.
L’intera struttura ospedaliera, si sa, è in fase di ristrutturazione da tempo, reparto dopo reparto, ala dopo ala. Le vicissitudini di tali attività di ristrutturazioni riempiono le cronache locali tra ritardi e appalti bloccati.
Oggi, nella denuncia dell’associazione, si accende un faro sul nuovo reparto di Emodinamica, che risulta pronto da tempo, eppure gli ammalati dormono ancora “con i cartoni sulle reti”.
Il tutto è bloccato nel’attesa della gara d’appalto che consentirà l’acquisto dei nuovi letti. Tutti gli operatori sanitari si dicono sfiduciati. “Dopo oltre due anni di vicissitudini con le ditte che dovevano ristrutturare i locali al piano terra (una ditta è fallita, un’altra attraversa un periodo di crisi), finalmente a maggio scorso un’intera ala dell’ospedale al piano terra è stata ristrutturata e avrebbe dovuto ospitare il reparto di Emodinamica” si legge nella nota di Salute Salento.
Nonostante tutto i malati, i pazienti, si stendono su reti incurvate e rigide a causa di alcuni cartoni che il personale, in mancanza di strumenti adeguati, ha posizionato sotto il materasso per evitare altre sofferenze a coloro che sono in cura.
La denuncia arriva dal “Centro per il Diritto alla Salute” che ha segnalato più volte la situazione da «ospedale da campo» e di grave disagio alla direzione della Asl, purtroppo senza successo.
Da qui la descrizione di uno stato che ha dell’assurdo per una lavoro sereno di medici e infermieri “Oggi Cardiologia interventistica ed Emodinamica sono costrette ad operare su due piani differenti del “Vito Fazzi”. Al 6° piano le stanze di degenza: 16 posti letto che spesso diventano 18 e anche 20. Al 1° piano invece i collaboratori del dottore Montinaro gestiscono la Sala Angiografica e i Laboratori dove si fanno diagnosi e terapie.” Come viene sottolineato nella nota “Il «sogno» di medici e operatori è di riunire il reparto su un unico piano. Si dovrebbe iniziare dalle degenze e, a seguire, le sale diagnostiche e i laboratori – si legge ancora – Un trasferimento molto atteso che consentirebbe alla Cardiologia, che soffre da anni di carenza di spazi, di allargarsi su tutta l’ala del 1° piano, nei locali lasciati liberi dagli ambulatori di Emodinamica”.
Ma quando si potrà raccontare di una Sanità che funziona, che sia a misura di paziente, che risponda con puntualità alle esigenze di chi soffre? La domanda non ha purtroppo ancora una risposta.
