
Un simbolico taglio dei capelli in segno di solidarietà alle donne iraniane e come segnale di dignità e libertà. Nella mattinata di oggi anche le avvocate hanno aderito al flash mob promosso dalla Fondazione Avvocatura Italiana e dal quotidiano Il Dubbio, in occasione del XXXV Congresso Nazionale Forense in corso a Lecce. Si è trattato di un taglio dei capelli in segno di solidarietà alle donne iraniane e come segnale di dignità e libertà.
Il gesto simbolico della Presidente del CNF Maria Masi, della vice presidente Patrizia Corona, e delle Consigliere, Daniela Giraudo, Giovanna Ollà e Carolina Scarano è stato immortalato da un video.
Intanto, dopo la giornata di ieri di apertura del Congresso con i saluti del Presidente della repubblica Sergio Mattarella, oggi è proseguito il congresso che si è soffermato sul tema degli interventi urgenti, ma anche di risorse e personale per modernizzare il sistema giustizia. E poi si è dibattuto, l’altro tema centrale per l’avvocatura, riguardante la riforma della formazione e dell’accesso alla formazione.
Nella mattinata, a margine degli interventi che si sono succeduti, Maria Masi, presidente del Consiglio Nazionale Forense e Sergio Paparo, coordinatore dell’Organismo Congressuale Forense, hanno ripreso alcuni temi della tavola rotonda: ‘Un nuovo ordinamento per un’Avvocatura, protagonista della tutela dei diritti nel tempo dei cambiamenti globali’, moderata da Davide Varì, direttore de Il Dubbio (con Nicolino Zaffina, componente del Consiglio di Amministrazione di Cassa Forense; Francesco Paolo Perchinunno, presidente dell’Associazione Italiana Giovani Avvocati; Giuseppe Catalano, presidente dell’Associazione Italiana Giuristi di Impresa; Giovanni Lega, presidente dell’Associazione Studi Legali Associati).
Nel pomeriggio invece si è tenuto il focus: ‘Per una detenzione più umana: dalla pena alla rieducazione, dalla risocializzazione al lavoro’. Moderato da Giovanni Negri, giornalista de ‘Il Sole 24 Ore’ con la partecipazione di Emilia Rossi, componente del Collegio del Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale; Maria Brucale, Avvocato del Libero Foro; Giovanna Ollà, Vicepresidente della Scuola Superiore dell’Avvocatura; Vinicio Nardo, componente dell’Ufficio di Coordinamento dell’Organismo Congressuale Forense; Giulia Merlo, giornalista di ‘Domani’. Si è trattato di un confronto che ha messo l’accento sulla grave realtà del sistema penitenziario italiano e sulla necessità di investire per un cambio di paradigma per avere una detenzione più umana: dalla pena alla rieducazione, dalla risocializzazione al lavoro.
In particolare, Emilia Rossi ha tracciato un quadro preoccupante della situazione, sostenendo: «Quello della detenzione, dell’esecuzione penale, è un tema che non interessa quasi a nessuno, in particolare alla politica, salvo quando diventa occasione per raccogliere consenso elettorale e quindi è fonte di grande strumentalità politica». Ed ha aggiunto: «Tra CNF e Garante nazionale c’è un dialogo stretto, iniziato già nel 2017 con il primo protocollo d’intesa, che la presidente Masi quest’anno ha nuovamente sottoscritto, potenziandolo, amplificandolo, prevedendo delle forme di partecipazione degli avvocati al lavoro del garante nazionale, alla formazione e allo sviluppo di una cultura, giuridica e sociale sull’esecuzione penale».
Nella mattinata di domani, invece, ci sarà l’approvazione delle mozioni congressuali e la proclamazione della nuova assemblea dei componenti dell’Organismo Congressuale Forense (OCF).