Tredici ordinanze di misura cautelari (dodici in carcere ed una ai domiciliari) nell’ambito dell’inchiesta “Fortezza”.
Il provvedimento è stato disposto dal gip Giulia Proto del Tribunale di Lecce, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia salentina.
Tra i destinatari di misura cautelare in carcere c’era anche Antonio Amin Afendi, 33enne di Casarano, morto pochi giorni fa, per mano del killer reo confesso Lucio Sarcinella.
Gli arrestati
Invece, sono finiti oggi dietro le sbarre i presunti sodali di Afendi, nell’ambito della suddetta inchiesta. Si tratta di: Luigi Calabrese, 30 anni, Giovanni Corsano, 22enne, Luca Marco Franza, 29 anni, Davide Falcone 34enne (tutti di Casarano), Salvatore De Gaetani, 40enne di Ugento, Giovanni De Vito, 36enne di Matino; Janus Krasnici, 34enne di origini montenegrine, ma residente a Lecce. Invece, Giovanni Casto, 32enne di Casarano, si trova ai domiciliari.
E poi, misura cautelare in carcere anche per il presunto capo dell’altro gruppo, Ivan Caraccio, 32enne, originario di Casarano e per i suoi presunti sodali. Si tratta di: Marco De Vito, 39enne, Angelo Moscara, 48enne; Matteo Toma, 36enne (tutti di Casarano) e Floriano Chiriví, 43enne di San Donaci.
Le investigazioni
L’indagine, a opera dei militari di Casarano, ha preso il via da un’aggressione subita nel novembre 2020 da una persona interna alle dinamiche associative criminali dopo che la stessa era stata minacciata di morte per presunti debiti di natura economica legati agli stupefacenti.
I successivi accertamenti svolti dagli uomini della “Benemerita” avrebbero fatto presagire la circostanza che nel Comune di Casarano, a contendersi l’egemonia del territorio, vi fossero due organizzazioni criminali contrapposte, una delle quali operante all’interno del quartiere di case popolari di Contrada Botte.
L’attività investigativa proseguita sotto la direzione della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce fino a febbraio 2023, attraverso intercettazioni di conversazioni e comunicazioni telefoniche, telematiche, pedinamenti, osservazioni e ricognizioni aeree, ha consentito di acquisire un solido quadro indiziario a carico degli indagati e di accertare l’esistenza di due articolate e ben strutturate associazioni criminali nate sulla scia della scissione dell’originario gruppo casaranese facente alla Sacra Corona Unita.
La costante azione repressiva svolta dai militari durante le indagini, con riscontri e arresti in flagranza, ha consentito di scongiurare uno scontro tra i due sodalizi.
Inoltre, gli esiti dell’attività info-investigativa che ha permesso la raccolta di elementi indiziari nei confronti di 43 indagati, sono stati supportati da ben 16 arresti in flagranza di reato, varie segnalazioni alla Prefettura per uso personale di sostanze stupefacenti, sequestri di circa 9 kg di droga tra cocaina, marijuana e hashish, oltre al sequestro di circa 8.000 euro quale presunto provento dell’attività di spaccio.
Il Gip ha ritenuto, quindi, gravi gli elementi investigativi acquisiti condividendo l’impostazione accusatoria, emanando l’ordinanza a cui il Comando Provinciale Carabinieri di Lecce ha dato esecuzione nella mattinata.
Naturalmente, gli indagati e destinatari della misura restrittiva, sono, allo stato, indiziati di delitto, pur in maniera grave e che la loro posizione sarà definitivamente vagliata solo dopo la pronuncia di una sentenza passata in giudicato in ossequio ai principi costituzionali di presunzione di innocenza.