Ragazza accoltellata in casa, 24enne condannato a quasi 10 anni di reclusione

l 24enne Giuseppe Proce, di Racale, rispondeva di tentato omicidio, lesioni personali, danneggiamento, violazione di domicilio, porto ingiustificato dei coltelli.

Arriva la condanna a 9 anni e 10 mesi di reclusione per il giovane di Racale, accusato di avere accoltellato la fidanzata per gelosia, dopo aver picchiato sia lei che la madre.

La sentenza è stata emessa oggi, al termine del rito abbreviato (consente lo sconto di pena di un terzo), dal gup Tea Verderosa. Il 24enne Giuseppe Proce, difeso dagli avvocati Alessandra ViterboLadislao Massari, potrà fare ricorso in Appello. L’imputato rispondeva di tentato omicidio, lesioni personali, danneggiamento, violazione di domicilio, porto ingiustificato dei coltelli.

Il giudice ha riconosciuto il risarcimento del danno in separata sede in favore della ragazza e della madre, parti civili con gli avvocati Marco Macagnino e Francesco Fasano, disponendo anche una provvisionale di 20mila euro per la prima.

In precedenza, era stata eseguita una perizia, su incarico del gup, da cui emerse la capacità di intendere e di volere dell’imputato al momento del fatto e la capacità di stare in giudizio.

I fatti risalgono al 25 giugno del 2024. Il giovane, in base a quanto ricostruito nel corso delle indagini coordinate dal pm Alessandro Prontera e condotte dai carabinieri di Racale,  si presentò nella casa in cui viveva la fidanzata, dopo aver appreso la notizia di presunti tradimenti e preso a calci l’auto della madre. E dopo aver rotto la porta-finestra, cominciò a rivolgere minacce di morte a lei ed alla madre. E nonostante la ragazza si fosse rifugiata in una stanza, il 23enne l’avrebbe afferrata per i capelli e colpita con calci e pugni, per poi sferrarle ripetuti fendenti con due coltelli, colpendola al braccio destro e al collo.

Il fratello della giovane, secondo quanto ricostruito, riuscì a fermare l’aggressore e a portare la sorella in ospedale.

La ragazza fu prima ricoverata d’urgenza prima al pronto soccorso di Gallipoli e poi all’ospedale “Cardinale Panico” di Tricase dove fu sottoposta a un delicato intervento chirurgico.

La madre fu colpita con un pugno al volto e riportò lesioni giudicate guaribili in circa 40 giorni.



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