
Arriva una pesante condanna, per una 36enne leccese, accusata di una serie di condotte violente nei confronti di una ex amica.
Al termine del processo di primo grado, nelle scorse ore, i giudici della prima sezione collegiale (presidente Bianca Maria Todaro, a latere Roberta Maggio e Chiara Panico) hanno inflitto la pena di 6 anni e 3 mesi di reclusione e 2mila euro di multa a Fiorina Calcagnile, 36enne di Lecce.
Invece, il pm d’udienza Alberto Santacatterina aveva invocato la condanna a 5 anni di reclusione.
L’imputata rispondeva delle accuse di stalking, lesioni personali, tentata estorsione, violazione di domicilio, violenza privata e rapina.
La donna è stata condannata per quest’ultimi due reati, mentre è stata disposta l’assoluzione “perché il fatto non sussiste”, in merito alle altre accuse.
La presunta vittima, una 45enne leccese, si era costituita parte civile con l’avvocato Angelo Vetrugno.
Le accuse
I fatti si sarebbero verificati tra settembre e dicembre del 2022. In base a quanto emerso durante le indagini, coordinate dal pubblico ministero Luigi Mastroniani, la 36enne avrebbe perseguitato l’ex amica, attraverso telefonate, insulti e lettere minatorie. Non solo, poiché le vengono contestate anche una serie di aggressioni fisiche con pugni, schiaffi e tirate per i capelli. Ed in una circostanza, avrebbe lanciato un pesante posacenere addosso all’ex amica, che per fortuna riusciva a schivare. E in un’altra occasione, la Calcagnile avrebbe spintonato la 45enne contro il muro e le avrebbe stretto le mani al collo.
E poi vengono contestate pretese di denaro e il danneggiamento di vari oggetti, tra cui un tavolo della sala da pranzo e varie suppellettili di casa. E ancora, in un’altra circostanza, la Calcagnile avrebbe scaraventato a terra un telefono cellulare per impedire all’ex amica di chiedere aiuto alla polizia. E poi viene contestato un altro episodio, in cui dopo averla schiaffeggiata e presa a pugni, si sarebbe impossessata della sua borsa.
Inoltre, la 36enne, pretendendo di entrare nell’abitazione della 45enne, avrebbe inveito contro di lei con frasi del tipo: “Ti spacco la porta… ti demolisco la casa”.
Successivamente, la 36enne leccese, accusata di condotte violente e persecutorie nei confronti della ex amica, era finita sotto processo.
Ed al termine dell’udienza preliminare, il gup Marcello Rizzo aveva rinviato a giudizio l’imputata. Il processo, come detto, si è poi concluso con la condanna della Calcagnile per i reati di rapina e violenza privata.
La difesa, appena verranno depositate le motivazioni della sentenza (entro novanta giorni), potrà presentare ricorso in appello.
L’imputata è difesa dall’avvocato Loredana Pasca.
La Calcagnile, va detto, è inoltre nota alle cronache locale anche per altri procedimenti penali su rapine e furti.