​Segreti e Delitti. Michele Misseri «Sono il fantasma di Avetrana»

‘Nessuno parla con me, sono diventato il fantasma di Avetrana. Qua nessuno puè² sbagliare’. Dopo mesi di silenzio, Michele Misseri torna a parlare in un’intervista esclusiva a Segreti e Delitti in cui ribadisce ancora una volta l’innocenza di moglie e figlia.

È un Michele Misseri un po’ diverso da quello che abbiamo imparato a conoscere attraverso quelle telecamere a cui spesso e volentieri ha affidato le sue confessioni, i suoi sfoghi. Questa volta il contadino di Avetrana, stanco e un po’ provato, non ha cercato i microfoni, almeno non volontariamente. È stato Simone Toscano, un giornalista della trasmissione di Gianluigi Nuzzi, Segreti e Delitti, a raggiungerlo in campagna, dove lo zio Michele si trovava. Nonostante ciò, ha parlato dopo mesi di silenzio, per raccontare come è cambiata la sua vita.

«Non ho i soldi per andare avanti – racconta Michele Misserisono costretto a fare lo sciopero della fame perché il denaro che ho in banca, quello della disoccupazione, è tutto bloccato. Ho l’obbligo di dimora e non posso nemmeno andare a Manduria, a 2 chilometri da casa mia, per lavorare, perché è necessaria la carta del giudice per fare istanza».  

Lo stress che si ripercuote giocoforza sulla salute «il dottore mi dice sempre che devo stare calmo, ma come faccio a stare calmo?», le difficoltà con cui è costretto a fare i conti «è meglio stare in carcere», i problemi nell’affrontare la quotidianità avendo alle spalle un simile peso. Ma una cosa resta sempre la stessa: la forza con cui ribadisce davanti alle telecamere la sua colpevolezza «Ho sbagliato a non dirlo dall’inizio, ma non sono riuscito mai a parlare con nessuno». Nessuno sembra essere disposto a credere alla sua innocenza, ad iniziare da Concetta, mamma della piccola Sarah Scazzi, a cui non parla proprio perché – a suo dire – reputa del tutto inutile andare a bussare alla sua porta.

 «Tutte le domeniche – prosegue lo Zio Miché-  scrivo a Sabrina e a Cosima, ma non ho mai avuto risposta, mi sono anche dimenticato come scrivono. Io sicuramente avrò scritto più di quattrocento lettere, da loro mai una risposta… ma rimango contento lo stesso, anche se non mi vogliono scrivere». Poi si rivolge a moglie e figlia, detenute nel carcere di TarantoSe mi stessero guardando ora in tv, direi fatevi forza e coraggio che ce la farete, perché siete veramente innocenti, ma questo lo posso dire io, la Giustizia non ci vuole credere. Fino adesso non mi ha creduto nessuno, questa è la mia rabbia!»

Ma c’è anche un altro passaggio nell’intervista di Michele Misseri in cui traspare tutta la sua solitudine «Nessuno parla con me, sono diventato il fantasma di tutto, sono il fantasma di Avetrana. Non ho più nessuno, nemmeno i miei parenti. Sono morti mio nipote e mia sorella e non mi hanno voluto ai funerali. L’unica famiglia che ho, è la buonanima di mio fratello. Basta!».



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