Gianmarco Manca, Francesco Vannozzi, Sebastiano Ville e Marco Pedone.
Oggi le salme dei 4 militari uccisi nel terribile attentato in Afghanistan di sabato scorso, sono giunte all'aeroporto di Ciampino . Ad attenderli Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, il presidente della Camera, Gianfranco Fini, il ministro degli esteri Franco Frattini, il ministro della difesa Ignazio La Russa. Le bare, allineate sulla pista, sono state prima benedette dall'ordinario militare, monsignor Vincenzo Pelvi, poi il saluto commosso del Capo dello Stato che ha poggiato le mani sulle bare avvolte dal tricolore.Un dolore senza fine. Questa mattina sono partiti da Galatina con un mezzo messo a disposizione dall'Esercito i familiari del caporal maggiore di Patù: il papà Michele, la mamma Assuntina e le due sorelle, Anna Laura e Carmen.
Martedì il giorno dell’ultimo saluto nella Capitale. Poi il feretro di Pedone sarà trasferito a Patù, dove mercoledì verranno celebrate le esequie. Stesso percorso per gli altri compagni, vittime dell’odio talebano: dopo le celebrazioni solenni torneranno a casa.
L’amministrazione di Patù ha disposto due giorni di lutto cittadino per il 12 e 13 ottobre. Il sindaco ha anche ordinato la sospensione di alcune attività, tra cui il mercato settimanale, e dichiarato “Le nostre comunità sono piccole. Marco è il figlio dei genitori ma è parente di tutti. C’è un rapporto umano molto forte nel nostro paese. I vincoli sono effettivi. In questi casi c’è una partecipazione autentica della gente al dolore del prossimo”.L’Esercito italiano fin dalle prime ore è stato vicino alla famiglia dell’alpino salentino, grazie al personale di supporto e dell’ufficiale psicologa.
Il Generale di Brigata, Emanuele Sblendorio, ha fatto visita alla famiglia Pedone, esprimendo il cordoglio del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito e dell’intera Forza Armata. Molti rappresentanti del mondo politico hanno bussato alla porta della casa di Marco per esprimere la propria vicinanza.E intanto, sulla pista dello scalo romano, il picchetto del Settimo reggimento Alpini di Belluno, il reparto dei quattro caduti, hanno portato gli onori ai compagni.
Tra le mani cuscini di velluto rosso su cui erano posati i cappelli con la penna dei quattro caporal maggiore.
