Accusato di stalking nei confronti di una sua ex, assolto uomo di Copertino

Il pubblico ministero Emilio Arnesano aveva invocato una condanna a 5 anni e 5 mesi per il reato continuato di atti persecutori. Il difensore di L.C. sarebbe però riuscita a dimostrare, che i fatti contestati erano soltanto congetture della presunta parte offesa.

Era accusato di stalking nei confronti di una donna con cui aveva avuto una relazione extraconiugale, ma il Tribunale lo ha ritenuto innocente.
 
Il collegio delle seconda sezione penale, presieduto dal giudice Pasquale Sansonetti, a latere Annalisa De Benedictis e Marcello Rizzo ha assolto con formula piena, L.C. di Copertino, dall'accusa di stalking nei confronti di una sua compaesana.
 
Il pubblico ministero Emilio Arnesano aveva invocato una condanna a 5 anni e 5 mesi per il reato continuato di atti persecutori. La presunta vittima si era costituita parte civile con l'avvocato Stefano Bortone, il quale si era allineato alla richiesta del pm. Inoltre, durante il dibattimento sarebbe stata anche fornita dalla difesa, come prova dell'operato dell'uomo, una sua telefonata "persecutoria" .
 
Invece, il difensore di L.C. , l'avvocato Laura Alemanno, aveva chiesto l'assoluzione con formula piena, poi accolta dal collegio giudicante. Il legale sarebbe dunque riuscita a dimostrare, che i fatti contestati ad L.C. erano soltanto delle congetture della presunta parte offesa. Secondo la tesi difensiva, è vero che c'era stata una relazione tra i due, ma è altrettanto vero che è stato il suo assistito a volere interrompere la relazione.
 
Successivamente, sostiene la difesa, la donna per vendicarsi dell'onta subita, si sarebbe addirittura rivolto alla moglie di L.C., raccontandole di essere stata perseguitata dal marito, e fornendo come "prova", due telefonate. Invece, il difensore sarebbe riuscito a ribaltare questa versione dei fatti; era in realtà L.C.  una volta finita la relazione, a subire azioni di stalking da parte della donna. Infine, l'avvocato Alemanno avrebbe dimostrato nel corso della sua arringa difensiva, come nell'agire del suo assistito, non fosse possibile riscontrare reiterazione, né tanto meno molestie e minacce, atte a cambiare le abitudini della presunta vittima o ad incutere paura.
 

Invece, in base alla ricostruzione dei fatti fornita dagli inquirenti, gli atti persecutori si sarebbero svolti tra marzo e maggio del 2013, a Copertino. L.C. avrebbe pedinato la sua compaesana, nei pressi della sua abitazione, di un supermercato e persino di un asilo, oltre a  tempestarla di telefonate. In un'occasione, egli sarebbe anche riuscito a fermare la sua auto e sfruttando la propria prestanza fisica a bloccarle il viso, per poi baciarla repentinamente.



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