Accusato di traffico di piombo e altri rifiuti pericolosi: imprenditore patteggia

Il Giudice ha disposto per l’imputato la sospensione della pena, oltre alla restituzione del materiale sequestrato, a patto che venga smaltito regolarmente.

Accusato del traffico di piombo, estratto dalle batterie esauste dei telefonini, da destinare a proiettili e pallini da caccia.

Il gup Simona Panzera ha accolto la richiesta di patteggiamento per Giorgio Moraca, 72enne originario di Belcastro ( Provincia di Catanzaro). In precedenza, il suo legale, l’avvocato Michele Bonsegna, ha “concordato” 1 anno e 6 mesi di reclusione con il pubblico ministero. Il Giudice ha, inoltre, disposto per l’imputato la sospensione della pena. Non solo, anche la restituzione del materiale sequestrato, a patto che venga smaltito regolarmente.

Le accuse

Secondo l’accusa, il legale rappresentante della “Team Italia s.r.l.”, con sede legale a Lecce, specializzata nel recupero e nella rivendita di piombo, rispondeva di traffico illecito di rifiuti.
Per far ciò, l’azienda organizzava “spedizioni transfrontaliere e nazionali”. Infatti, il 23 giugno di tre anni, venne sequestrato presso il porto di Taranto un carico di circa 25 tonnellate di piombo che veniva classificato dalla società come, “solfato di piombo” o “”materie prime secondarie”. Tutto falso secondo la Procura, poiché si sarebbe trattato di pastello di piombo, dunque, ‘”rifiuto pericoloso”.

Inoltre, il carico non era accompagnato dal “Formulario di Identificazione dei rifiuti”. Il piombo era destinato alle coste di Israele, ad una società specializzata nella produzione di proiettili.

Non solo, poiché la Procura ritiene che l’azienda abbia “gestito illecitamente” altri rifiuti pericolosi ( ad esempio, soluzione di acido solforico), destinati a due aziende calabresi.



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