Diffamazione verso l’ex tronista Giovanni Conversano, annullata la condanna per Lele Mora

La Cassazione hanno annullato senza rinvio anche la condanna nei confronti del regista Claudio Di Napoli e dell’attore Ciro Petrone.

Era accusato di avere diffamato lex tronista di “Uomini e Donne” Giovanni Conversano e dopo il terzo grado di giudizio, arriva l’annullamento della condanna per l’allora agente dei vip Lele Mora.

La Corte di Cassazione, nelle scorse ore, ha ribaltato il verdetto emesso dalla Corte di Appello.

Dario Mora, detto Lele, 60 anni originario di Bagnolo del Po, era stato condannato in primo e secondo grado a 6 mesi. La stessa pena era stata inflitta per il regista Claudio Di Napoli, 46enne di Roma, Presidente della Nazionale Calcio Vip Tv. Invece, l’attore Ciro Petrone, 31enne di Napoli (conosciuto per aver partecipato al film Gomorra nel ruolo di “Pisellino”) era stato condananto a 500 euro di multa. Gli “ermellini” hanno annullato senza rinvio la condanna per i tre imputati e sono di conseguenza “caduti” i  risarcimenti in via equitativa disposti già in primo grado, nei confronti di Conversano, 37enne di Lecce. Lele Mora, non dovrà più risarcire quest’ultimo, con la somma di 25.000 euro; Claudio Di Napoli e Ciro Petrone non dovranno più pagare il risarcimento di 15.000 euro ciascuno.

Conversano si era costituito parte civile, attraverso l’avvocato Piero Mongelli.

Lele Mora è difeso dallavvocato Nicola Avanzi del Foro di Verona, mentre Petrone e Di Napoli dallavvocato Vincenzo Perrone del Foro di Lecce.

I difensori ritenevano che da parte dei propri assistiti non fu rivolto alcun insulto nei confronti di Conversano, poiché vennero soltanto raccontati dei fatti di “rilievo pubblico”. Infatti pur trattandosi in linea teorica di “faccende private”, la notorietà dei personaggi in questione ed il contesto in cui determinate frasi vennero pronunciate, darebbero una “connotazione pubblica” ai fatti contestati. Inoltre, la difesa aveva invocato l’ascolto di vari testimoni del mondo dei vip televisivi, tra cui la conduttrice Barbara D’Urso che non si sono, però, mai presentati in udienza.

Il processo

Conversano fu ascoltato in aula, durante il processo di primo grado e ricostruì l’episodio “incriminato”. L’ex tronista, nonché modello e con un passato da calciatore nelle giovanili del Lecce, ha raccontato di come venne contattato da Lele Mora. Riferì di essere stato chiamato dalla sua agenzia per partecipare a degli eventi. Dunque, fu invitato dall’ex agente a soggiornare presso la sua abitazione, nella camera degli ospiti. Conversano ha però sottolineato di non aver mai sottratto nulla a Mora.

L’inchiesta

L’ex agente dei vip Lele Mora, durante due puntate del marzo del 2011, del programma televisivo “Pomeriggio cinque”, condotto da Barbara D’Urso, accusò Conversano (in collegamento telefonico da Lecce) di avergli rubato delle carte di credito, quando questi era ospite in casa sua, poiché doveva partecipare ad alcune serate. Non solo, di avergli chiesto un gettone di presenza per partecipare ad una partita di calcio della nazionale vip. Nella puntata successiva furono ascoltati invece gli altri due imputati che confermarono quanto dichiarato da Mora. Da qui la denuncia da parte di Conversano.

L’indagine fu aperta dal sostituto procuratore, Carmen Ruggiero. Il pm ha anche acquisito le registrazioni delle puntate di “Pomeriggio cinque”, che finirono tra gli atti del processo.



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