Si cucina un piatto di pasta mentre il padre brucia. E le liti con la sorella girano su Facebook

Vittorio Leo, accusato di aver ucciso l’anziano padre, aveva pubblicato su Facebook le liti violente con la sorella Anna. C’era anche un processo in corso.

Dopo il ritrovamento del corpo senza vita di Antonio Leo, il 90enne di Collepasso bruciato vivo dal figlio Vittorio al culmine di una violenta lite, si cerca di ricostruire, pezzo dopo pezzo, il quadro in cui è maturato il drammatico omicidio per capire cosa sia accaduto tra le mura di quella villetta di via Don Luigi Sturzo, prima della chiamata al 112.

L’agente immobiliare, nel lungo interrogatorio, ha raccontato la sua versione dei fatti. Agli inquirenti ha parlato di un incidente. Ma mentre il corpo del padre era steso in bagno privo di vita, ormai consumato dalle fiamme, il 48enne avrebbe cucinato un piatto di pasta al ragù, pulito accuratamente la cucina e poi chiesto aiuto, quando ormai erano passate ore.

Nessuno si immaginava un simile epilogo. Certo, le tensioni in famiglia e soprattutto con la sorella –  medico psichiatra che vive a Colleferro, in provincia di Roma – erano note a tutti. Anche perché il 48enne aveva lavato i panni in casa, ma li aveva stesi su Facebook, persino sul profilo dell’agenzia alla mercé di potenziali clienti. Accuse neanche tanto velate di maltrattamenti e messaggi vocali che, alla luce di quanto accaduto, diventano agghiaccianti. Fratture insanabili, crepe nate dai “litigi sulla gestione dell’anziano padre” e legate alla spartizione dell’eredità come scrive Vittorio, nero su bianco. Nella citazione in giudizio della sorella, davanti al Giudice, si legge le che donna avrebbe minacciato l’anziano padre, pronunciando la frase “te ciuu”.

Il resto lo raccontano gli audio. «Mi hai percosso», «Mi sta picchiando», «Mi stai prendendo a calci» urla la sorella di Vittorio. «Non puoi venire a dare fastidio», replica il fratello. In un altro audio, la donna ripete ossessivamente «La devi smettere di tormentare le persone, di fare denunce false». In lontananza la voce dell’anziano, che ha pagato con la vita queste tensioni.

Ma neanche il rapporto del 48enne con il padre era idilliaco. Il pensionato, stando a quanto raccontato nelle 7 ore di interrogatorio, rimproverava al figlio di non essersi mai laureato, di non aver costruito una sua famiglia, di non essersi sposato. Così avrebbe fatto anche ieri, dando il via all’ennesima lite sfociata in tragedia. Una tragedia che, forse, si poteva evitare se avesse chiesto aiuto in tempo. Invece, ha assistito all’orrore senza fare nulla. Mentre il padre tentava di spegnere le fiamme, trascinandosi in bagno, lui  ‘preso dal panico’ – come si è giustificato – non ha fatto nulla. Anzi, quando ormai era morto, ‘per rilassarsi’ avrebbe reso quella casa dove si era consumato un dramma ‘immacolata’.



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