Abusi sessuali sull’amico disabile? Cadono le accuse verso un 21enne. Il gip dispone l’archiviazione

Il gip ha accolto la richiesta di archiviazione avanzata dal Pm. Le indagini hanno preso il via dopo la denuncia della madre della presunta vittima.

Era accusato di avere abusato di un amico minorenne, affetto da un deficit psichico. Il gip Marcello Rizzo ha accolto la richiesta di archiviazione avanzata dal pm titolare dell’indagine, Giovanna Cannarile. Un 21enne di un piccolo paese del Basso Salento era indagato per violenza sessuale aggravata. Le accuse, come detto, sono “cadute” a seguito del decreto di archiviazione del gip.

Le indagini, condotte dai carabinieri della locale stazione, hanno preso il via dopo la denuncia della madre della presunta vittima. Secondo la donna, il figlio minorenne, affetto da un lieve handicap psichico, sarebbe stato adescato dall’amico di poco più grande. I due si sarebbero dati appuntamento in una casa nel centro del paese, dopo essersi sentiti con messaggi via WhatsApp. E tra quelle mura, secondo quanto riportato in denuncia, l’amico più grande avrebbe consumato un rapporto sessuale con lui, contro la sua volontà.

Dopo l’incidente probatorio disposto dal gip Marcello Rizzo per stabilire la capacità di intendere e di volere nonché la capacità di stare in giudizio, il perito nominato – lo psichiatra Oronzo Greco – ha non solo evidenziato la capacità di intendere e di volere e di stare in giudizio del ragazzo ingiustamente accusato, ma anche fatto emergere importanti dettagli sulla ricostruzione della vicenda. Tali dettagli sono stati ulteriormente ribaditi ed approfonditi in sede di interrogatorio disposto dal pm Giovanna Cannarile, e delegato alla Polizia Giudiziaria, in cui il ragazzo, su indicazione del difensore avvocato Alessandro Passaro del Foro di Brindisi, non avvalendosi della facoltà di non rispondere, ha meticolosamente ricostruito l’intera vicenda.

Come sostiene l’avvocato Passaro: “l’intero impianto accusatorio della mamma del minorenne si è basato su mere deduzioni e congetture, venendo sconfessato totalmente che i due si sarebbero dati appuntamento in una casa nel centro del paese e l’amico più grande avrebbe consumato un rapporto sessuale col minorenne contro la sua volontà”.

E l’avvocato aggiunge: “La verità alla fine è emersa. Non era assolutamente azzardata la mia convinzione della assoluta infondatezza dei fatti addebitati al mio assistito. Siamo riusciti a dimostrare che non vi fosse alcun atto a sfondo sessuale né coartazione della volontà del minorenne, il quale spontaneamente si presentava nella casa incriminata. Un doveroso ringraziamento alla Procura della Repubblica di Lecce in persona del pm Dott.ssa Giovanna Cannarile la quale, in una vicenda particolarmente delicata, ha dimostrato una profonda sensibilità umana prima che una notevole accuratezza investigativa. Inoltre mi corre l’obbligo di esternare gratitudine e riconoscenza ai miei consulenti, lo psichiatra Dott. Ivaldo Penta ed il Biologo e Genetista Forense, Dott.ssa Barbara Mezzano, per l’immane lavoro svolto”.



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