Associazione finalizzata al traffico di droga, quattro persone finiscono in carcere all’alba

L’indagine condotta da Dda di Lecce e  Procura della Repubblica di Brindisi. Lo stupefacente sarebbe servito per rifornire la rete di spaccio delle due province salentine

Alle prime luci dell’alba di oggi, a Brindisi e San Pietro Vernotico, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Brindisi, con il supporto del Nucleo Cinofili di Modugno, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Lecce, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia salentina, nei confronti di quattro persone, indagate per associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.

L’attività di indagine, condotta dalla Dda della Procura della Repubblica di Lecce, avviata a febbraio 2019 con la Procura della Repubblica di Brindisi, trae origine dalle dichiarazioni rese da un collaboratore di giustizia, in relazione a episodi di usura e spaccio di sostanze stupefacenti a Brindisi. L’attività avrebbe ipotizzato un’associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, con al vertice due pregiudicati di Tuturano.

La complessa attività d’indagine, condotta dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri, ed effettuata sotto la costante guida della Direzione Distrettuale Antimafia leccese, si è sviluppata ricorrendo ad attività tecniche e ha permesso di effettuare numerosi riscontri con 7 persone arrestate in flagranza, diversi sequestri per circa 3,5 kg di cocaina, sequestro di armi (2 fucili a canne mozze), oltre al il rinvenimento e sequestro di ingenti somme di denaro.

L’investigazione ha inoltre permesso di ipotizzare stretti legami dei due promotori dell’associazione con personalità di spicco e referenti di zona di varie località della provincia di Brindisi e Lecce; risalire alle persone ritenute vicini ai due presunti promotori dell’associazione (A.D.G. e T.D.G.), che li avrebbero coadiuvati nello spaccio di droga, in particolare, il padre dei due, ritenuto verosimilmente il custode del denaro contante, provento dell’attività di spaccio e altri presunti corrieri e custodi dello stupefacente per conto dei due (G.D.F. e R.P), anche loro raggiunti dalla misura cautelare; delineare le modalità di approvvigionamento dei due presunti referenti brindisini, i quali si sarebbero riforniti di cocaina sfruttando principalmente il “canale albanese”, attraverso consegne di ingenti somme di denaro, sempre con le stesse modalità, ad albanesi autisti di bus di linea, che avrebbero trasportato il denaro in nel “Paese delle Aquile”; la consegna dello stupefacente ai due fratelli all’interno di un’area di servizio in disuso, da parte di Tir provenienti dall’estero.

Lo stoccaggio della droga sarebbe avvenuto in un momento successivo con la consegna da parte dei due fratelli agli altri due indagati tratti in arresto che si ritiene provvedessero a prelevare lo stupefacente, nascondendolo all’interno delle rispettive abitazioni in campagna.

La cocaina, a seconda della richiesta, sarebbe stata poi prelevata dalle abitazioni dei due custodi e successivamente trasferita ai due fratelli che avrebbero poi rifornito la rete di spaccio nelle province di Brindisi e Lecce.



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