C’è un volto e un nome per il tentato omicidio del 28enne Antonio Amin Afendi che aveva riavvolto il nastro del tempo a Casarano per le modalità con cui era stato commesso, in perfetto stile mafioso. E una guerra tra clan “rivali” sarebbe la causa dei colpi di kalashnikov esplosi da un’auto in movimento contro il giovane di origini marocchine.
A finire in manette è Giuseppe Moscara, 24enne del posto, ben noto agli ambienti criminali. Come hanno permesso di ricostruire le indagini sarebbe lui l’esecutore materiale dell’agguato, avvenuto il 25 ottobre, che sarebbe dovuto costare la vita all’astro nascente del clan Potenza.
Moscara aveva già conquistato gli onori della cronaca quando il collaboratore di giustizia Tommaso Montedoro lo aveva tirato in ballo per un altro fatto di sangue che aveva scosso Casarano: il tentato omicidio di Luigi Spennato, braccio destro di Potenza, sempre a colpi di kalashnikov. Anche in quel caso lo scopo dei sicari era uccidere.
Guerra di mala
Far fuori chi aveva raccolto l’eredità lasciata dal Augustino Potenza, ucciso sotto una pioggia di kalashnikov nel parcheggio di un supermercato. Era questo, probabilmente, l’intento del 24enne, affiliato alla cosca Montedoro, quando ha premuto il grilletto contro il 28enne marocchino. Un ‘primo’ sospetto era arrivato già scavando nella vita della vittima: Afendi pare fosse legato sentimentalmente alla vedova del boss ucciso tre anni fa. Un dettaglio non di poco conto.
I carabinieri del Nucleo investigativo del Reparto operativo del Comando provinciale di Lecce, nella tarda serata di ieri, hanno eseguito il fermo emesso dalla Direzione distrettuale di Lecce nei confronti del 24enne accompagnato poi a Borgo San Nicola.
Il provvedimento reca anche altre fattispecie di reato, dovute alla detenzione di armi (utilizzate per compiere il delitto), all’incendio del mezzo usato per l’agguato e alla fuga.
Giuseppe Moscara è assistito dall’avvocato Simone Viva. L’arrestato dovrà comparire nelle prossime ore dinanzi al gip, per l’udienza di convalida del fermo.
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