
Si era anche rifugiato qualche giorno in Campania per cercare di sfuggire alla cattura, ma una volta tornato in Salento non c’è stato scampo. Tempo una settimana di indagini serrate e sinergiche tra Arma dei Carabinieri, Direzione Distrettuale Antimafia e grazie anche all’aiuto dei cittadini e per lui si sono aperte le porte del carcere di Lecce.
Nella serata di ieri, a Casarano, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Lecce, hanno eseguito il fermo, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia locale nei confronti del 24enne Giuseppe Moscara, ritenuto al momento l’autore materiale del tentato omicidio del 28enne Antonio Amin Afendi, avvenuto lo scorso 25 ottobre.
Ci sarebbe la guerra tra clan rivali per il controllo del territorio alla base dell’attentato subito dal giovane di origine marocchina, astro nascente del clan “Potenza” e legato sentimentalmente alla moglie del boss Agustino, assassinato la sera del 26 ottobre 2016, sempre a Casarano.
I fatti
Le lancette dell’orologio segnavano le 22.12, quando alla centrale operativa della Compagnia dei Carabinieri di Gallipoli è giunta una chiamata con la quale veniva segnalato che un uomo, travisato e armato, aveva esploso dei colpi nei confronti di una persona e di un’autovettura Volkswagen. Pochi minuti dopo è giunto presso l’ospedale “Francesco Ferrari” di Casarano Antonio Amin Afendi che, ascoltato, ha riferito che qualche minuto prima, alle 22.10, era uscito dall’abitazione di un’amica (non aveva voluto fare nomi e cognomi) e una volta a bordo dell’auto parcheggiata in via Manzoni, aveva udito un colpo e notato un bagliore. Pochi secondi per capire e realizzare che si poteva trattare di un’arma da fuoco. Così è stato.
Lui però ha avuto ‘fortuna’: è riuscito a guadagnare l’uscita dal mezzo passando per lo sportello anteriore, lato passeggero e proteggendosi accovacciato dietro la ruota posteriore destra. Successivamente ha dichiarato di aver udito ulteriori numerosi colpi di arma da sparo sino al silenzio che, facendogli ritenere che fosse esaurito il caricatore dell’arma, gli ha permesso di fuggire in direzione opposta.
Le indagini
Dagli accertamenti tecnologici effettuati sulle immagini riprese dalle telecamere della videosorveglianza del supermercato a pochi passi dal luogo dell’agguato e grazie all’utilizzo di Software sofisticati che hanno consentito di ricostruire l’esatto volto dell’autore del gesto, gli uomini in divisa sono riusciti a trovare le prove della responsabilità di Giuseppe Moscara.
“L’episodio si inquadra nella conflittualità tra due frange della criminalità organizzata per il controllo del territorio di Casarano”, ha affermato Paolo Dembech, Comandante Provinciale dell’Arma dei Carabinieri di Lecce.
“Parlare di allarme sul territorio lo ritengo eccessivo, perché dalla morte di Augustino Potenza sono trascorsi tre anni e la risposta data a suo tempo, ma anche in questa circostanza evidenzia come la presenza dello Stato sia pregnante. Non parlerei, ripeto, di allarme, ma di situazioni su cui tenere alta la guardia. Mi preme sottolineare l’importanza della collaborazione da parte dei cittadini di Casarano che ci ha allertato nell’immediatennza circa l’attentato e anche per quel che riguarda il rinvenimento dell’auto utilizzata nell’agguato, consentendoci di intervenire prontamente”.
“Se è in corso un ricambio generazionale alla guida dei clan? Riteniamo che ci possa essere, ma questo è un dato fisiologico, perché, nel momento in cui viene meno un capo, ci si trova di fronte ai cosiddetti astri nascenti che tentano la scalata all’interno del sodalizio e possono essere fatti oggetto di azioni malavitose o all’interno del clan di appartenenza nel momento in cui ci sono altri contendenti alla guida o da parte delle frange opposte” ha concluso il Comandante Dembech.
L’attività che ha portato al fermo è stata condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Lecce (coadiuvati da quelli della Compagnia di Casarano) coordinati dal Procuratore della Repubblica Leonardo Leone De Castris, dal Procuratore Aggiunto Guglielmo Cataldi, dai sostituti Massimiliano Carducci e Maria Vallefuoco.
All’operazione, ancora in atto (sono in corso di esecuzione perquisizioni alla ricerca di armi e droga), stanno partecipando, dall’alba, uno squadrone di Carabinieri Cacciatori di Puglia e due unità cinofile dei Carabinieri di Modugno.