La difesa di De Marco: “Non è imputabile. Era affetto da un vizio di mente quando ha ucciso Eleonora e Daniele”

E al termine dell’arringa difensiva, l’avvocato Starace ha chiesto alla Corte la rinnovazione della perizia sulla capacità d’intendere e di volere dell’imputato

La difesa di Antonio De Marco chiede una nuova perizia sulla capacità d’intendere e di volere dell’omicida reo-confesso.

In mattinata, dinanzi alla Corte d’Assise (presidente Pietro Baffa, giudice togato Maria Francesca Mariano e giudici popolari), presso l’aula bunker di Borgo San Nicola, si è tenuta l’arringa difensiva degli avvocati difensori di Antonio De Marco. Parliamo del 23enne studente di scienze infermieristiche di Casarano, omicida reo confesso di Daniele De Santis ed Eleonora Manta, barbaramente assassinati, il 21 settembre del 2020, nell’abitazione di via Montello a Lecce, con quasi 80 coltellate.

Ricordiamo che nella scorsa udienza, il pubblico ministero Maria Consolata Moschettini ha chiesto la condanna all’ergastolo con isolamento diurno di 1 anno.

In mattinata, ha preso per primo la parola, l’avvocato Andrea Starace. Anzitutto, ha ringraziato tutte le parti del processo per lo spirito di collaborazione ed ha espresso il cordoglio per i familiari della vittima e per i genitori dell’imputato. L’avvocato Starace ha poi parlato delle minacce ricevute quando ha avuto la nomina di difensore. Ed ha sottolineato, rivolgendosi alla Corte: “Per l’opinione pubblica De Marco è un mostro che merita l’ergastolo, ma chiedo di non appiattirvi su questa tesi”. E ha continuato, affermando: “Non ci sono dubbi sul fatto che Antonio De Marco sia l’autore dell’omicidio. Ma bisogna stabilire le sue condizioni mentali quando ha ucciso”. E il difensore ha sottolineato che il momento dell’iscrizione all’università ha rappresentato una rottura rispetto al mondo precedente. Il giovane di Casarano scriveva in una pagina del diario: “Se non avrò una ragazza, ucciderò qualcuno” Ed il 21 agosto del 2020 affermava: “Ho deciso che ucciderò Daniele” e aggiunge: “Ho deciso di intraprendere una vendetta contro Dio”.

L’Avvocato Andrea Starace

Il legale si è poi soffermato sulla capacità di intendere e di volere di De Marco al momento dei fatti.

L’avvocato Starace ha sostenuto che la perizia psichiatrica redatta dal professore Andrea Balbi e dal neuropsichiatra Massimo Marra, risulta inattendibile e inadeguata per le modalità con cui è stata espletata. I due consulenti, avevano poi concluso la relazione, parlando di disturbo narcisistico della personalità di tipo convert. Invece, secondo la difesa, De Marco è affetto da un grave disturbo della personalità e da una condizione psicopatologica dello spettro autistico, sulla scorta delle conclusioni dei consulenti di parte, Elio Serra e Felice Carabellese.

L’avvocato Starace ha citato una frase, scritta da De Marco nel diario, emblematica della sua condizione: “Se Dio, il destino, se il caso non vuole che Daniele ed altre persone muoiano, allora deve farmi incontrare una ragazza che voglia stare con me. Altrimenti non mi fermerò ed ucciderò sempre più persone”. Ed ha aggiunto, che ha ucciso Daniele ed Eleonora anche se non avevano alcuna colpa.

Il legale si è anche soffermato sulle aggravanti della crudeltà e della premeditazione, contestate dalla Procura. Il legale ha parlato di dolo d’impeto e ha sottolineato che De Marco ha agito, spinto da un impulso delirante irrefrenabile.

Ed a tale proposito, la difesa ha chiesto nel caso dell’esclusione delle due aggravanti, l’applicazione del giudizio abbreviato. E infine, il difensore ha chiesto il riconoscimento delle attenuanti generiche, anche in virtù della collaborazione con gli inquirenti.

L’avvocato Starace ha concluso, dicendo: “De Marco va curato e la pena dell’ergsotolo va contro gli interessi della giustizia”.

Il legale ha infine chiesto alla Corte il riconoscimento dell’infermità del vizio di mente, quanto meno parziale. Ed a tale proposito, il difensore ha chiesto la rinnovazione della perizia sulla capacità d’intendere e di volere dell’imputato. I giudici, al termine della camera di consiglio, hanno rigettato l’istanza.

In seguito, ha discusso l’avvocato Giovanni Bellisario che ha parlato di un approccio peritale sbrigativo che non fa l’interesse delle parti del processo. Ed ha sottolineato la mancanza di dialogo con De Marco, durante i colloqui. Invece, il legale ha messo in evidenza l’importanza di conoscere a fondo certi fenomeni, citando varie pagine del diario. L’avvocato Bellisario ha poi evidenziato una serie di elementi che escluderebbero l’eventuale premeditazione dell’omicidio. Ed ha concluso “Siamo di fonte ad un grave disturbo delle personalità che andrebbe approfondito”.

L’Avvocato Giovanni Bellisario

Invece, il pm Moschettini nella scorsa udienza ha ricostruito, le indagini che hanno permesso di individuare in De Marco, l’omicida della giovane coppia.

Il Pubblico Ministero Maria Consolata Moschettini con gli avvocati di parte civile

La prossima udienza è fissata per il 7 giugno, quando dopo eventuali repliche, ci sarà la sentenza della Corte d’Assise.

Oggi, intanto, hanno seguito il processo, gli studenti del Corso di laurea magistrale in giurisprudenza, accompagnati dal professore Francesco Vergine, nell’ambito dell’insegnamento di diritto processuale penale dell’Università Lum “Giuseppe Degennaro” di Casamassima.

Gli studenti del Corso di laurea magistrale in giurisprudenza, accompagnati dal professore Francesco Vergine, docente di diritto processuale penale dell’Università Lum Giuseppe Degennaro di Casamassima

L’arresto

Antonio De Marco venne sottoposto a fermo il 28 settembre del 2020, dai carabinieri di Lecce ad una settimana di distanza dal ritrovamento dei cadaveri di Eleonora e Daniele in via Montello. Il provvedimento venne poi convalidato dal gip Michele Toriello. Nel corso dell’interrogatorio in carcere, il 23enne di Casarano ha riferito, in merito al movente, di avere agito spinto dalla rabbia: “Forse un gesto eclatante…. Forse fare dolore agli altri. E loro erano felici, sembravano felici”.

Antonio De Marco in un diario, inoltre, creava anche un suo avatar chiamato Vendetta, che si poneva come obiettivo la sofferenza e la morte degli altri. Una sorta di alter ego, dai contorni fumettistici (a cui ha anche dedicato un suo scritto a parte), che compare solo in alcuni frangenti, quando la rabbia del giovane è pronta ed esplodere, come poi realmente accaduto.



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