Scontro tra due treni a Galugnano. Assolti due dirigenti di Fse dall’accusa di disastro ferroviario colposo

L’incidente si verificò 13 giugno del 2017 sul binario unico Lecce-Zollino e provocò circa 20 feriti, tra passeggeri e personale di Fse.

Assolti due dirigenti delle Ferrovie Sud Est, che erano finiti sotto processo per l’incidente tra due treni sul binario unico Lecce-Zollino.

La sentenza è stata emessa nella giornata di oggi, dal collegio della seconda sezione penale (presidente Pietro Baffa). I giudici hanno assolto “per non aver commesso il fatto”: Lucio Curci, 57 anni di Foggia, all’epoca dei fatti, Business Unit Trasporto Ferroviario e l’ingegnere Luigi Albanese, 66 anni, originario di Lecce ma residente a Triggiano provincia di Bari), Direttore del Trasporto Ferroviario Ferrovie, ora in pensione.

Gli imputati rispondevano dell’accusa di: disastro ferroviario colposo.

Il collegio difensivo

Sono assistiti dagli avvocati Andrea Di Comite, Michele Laforgia e Isabella Nuzzolese del Foro di Bari, i quali hanno sostenuto in sede di discussione in aula, come l’incidente fosse stato causato da un’imprudenza del macchinista, che aveva ricevuto una formazione adeguata dall’azienda. Anche il pm Maria Vallefuoco ha chiesto l’assoluzione per entrambi.

I due imputati venero rinviati a giudizio dal gup Michele Toriello, al termine dell’udienza preliminare. Il giudice accolse inoltre la richiesta di patteggiamento ad 1 anno e 10 mesi per il macchinista Rosario Rosato (sospensione della pena e la non menzione della condanna), 61enne di Lizzanello, difeso dall’avvocato Mario Rossi. Inoltre, il gup dispose l’assoluzione, al termine del rito abbreviato, per Massimo Quarta, 55 anni di Monteroni, capotreno, difeso dall’avvocato Maria Pia Scarciglia.

L’incidente ferroviario

L’incidente tra due treni delle Ferrovie Sud Est, verificatosi 13 giugno del 2017 sul binario unico Lecce-Zollino, all’altezza di Galugnano, provocò circa 20 feriti, tra passeggeri e personale di Fse, e tanta paura. Erano le 17.10 circa, quando il treno TVAT 554 proveniente da Zollino e diretto a Lecce, entrava nella stazione di Galugnano e si arrestava sul binario 1. Appena cinque minuti dopo, alle 17:15, sarebbe avvenuta la collisione con il TVAT 549, proveniente da Lecce ma diretto a Gallipoli.

Le indagini

Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Maria Rosaria Micucci, sono state condotte dagli agenti della Polfer e si sono avvalse della consulenza tecnica dell’ingegnere Antonio Vernaleone.

Secondo quanto sostenuto dal pm, nell’avviso di conclusione delle indagini, l’incidente sarebbe stato causato non soltanto ad un errore umano, ma anche da un’inadeguata formazione del personale. In base a quanto ricostruito dagli inquirenti, lo scontro tra i due treni si sarebbe verificato, per una serie di concause. Il pm riteneva che il macchinista avrebbe omesso di serrare correttamente il freno di stazionamento. Inoltre, non sarebbe rimasto a bordo del treno per effettuare la sfrenatura, con l’uso del tirantino delle valvole di scarico dei serbatoi. Infine, una volta accortosi che si muoveva, non avrebbe eseguito le possibili manovre di emergenza per fermare il mezzo ed evitare l’impatto. Invece, secondo la Procura, il capotreno Quarta, avrebbe eseguito una completa sfrenatura del treno su un tratto in pendenza. Infine, Curci ed Albanese, dirigenti di Fse, avrebbero omesso di prevedere alcuna norma organica relativa all’uso della sfrenatura, mediante i tirantini delle valvole di scarico del serbatoio di comando e ausiliario. Tale operazione, ritenuta particolarmente pericolosa perché capace di eliminare temporaneamente la funzionalità del freno pneumatico, avrebbe necessitato una corretta formazione del personale di macchina, anche in relazione alle eventuali manovre di emergenza. Tali accuse, come detto, sono “cadute” al termine del processo.



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