
Arriva l’assoluzione con la formula “perché il fatto non sussiste”, per un cardiologo, accusato della morte di un 57enne leccese, avvenuta in casa, il 29 gennaio del 2021, per un infarto. Un decesso, che secondo i familiari della vittima poteva essere evitato, poiché lo specialista avrebbe eseguito in ospedale l’elettrocardiogramma, sebbene costantemente impegnato al telefono e avrebbe lasciato che l’uomo ritornasse a casa, senza disporre alcun approfondimento strumentale. Al termine del rito abbreviato, nella giornata di oggi, il gup Anna Paola Capano ha accolto l’istanza del pm Patrizia Ciccarese e della difesa, rappresentata dall’avvocato Chiara Fanigliulo ed ha emesso la sentenza di assoluzione con motivazione contestuale.
I familiari della vittima si erano costituiti parte civile con l’avvocato Stefano Prontera.
Il medico, in servizio all’epoca dei fatti all’ospedale di San Cesario rispondeva dell’ipotesi di reato di responsabilità colposa in ambito sanitario.
Nell’esposto, che ha dato il via all’inchiesta, coordinata dal pm Erika Masetti, i familiari della vittima ricostruivano la vicenda. L’uomo con problematiche pregresse, anche di natura psichiatrica, si rivolgeva al cardiologo, poiché soffriva di pressione bassa e vomito frequente. Il medico richiedeva una visita cardiologica con ECG di controllo, con valutazione QT e QTC.
La visita veniva fissata per il giorno 27 gennaio, presso il reparto di cardiologia dell’Ospedale di San Cesario. Il medico, in base a quanto sostenuto dai denuncianti, nonostante fosse impegnato di continuo al telefono, eseguiva l’elettrocardiogramma e disponeva il ritorno a casa del paziente, senza ulteriori accertamenti. Secondo l’accusa, in particolare, il medico che si sarebbe limitato a prescrivere delle gocce al bisogno, avrebbe determinato con la sua condotta negligente un ritardo nell’individuazione della patologia coronarica, “privandolo di concrete possibilità di trattamento e di conseguenza di sopravvivenza”.
Il 57enne moriva due giorni dopo, nella sua casa, il 29 gennaio, per un arresto cardio-circolatorio.
Dopo la denuncia dei familiari del 57enne, venne aperta un’inchiesta e disposta l’autopsia, eseguita dal medico legale Roberto Vaglio. Al termine del processo, come detto, le accuse verso il medico sono cadute.