Andò a sbattere contro la barriera del porto, dopo avere bevuto. Comandante di uno yacht assolto dall’accusa di naufragio colposo

L’incidente, con sette persone a bordo, avvenne il 18 luglio del 2013, all’esterno del porto di Otranto. Il comandante rispondeva dell’ipotesi di reato di naufragio colposo.

Si conclude con l’assoluzione “perché il fatto non sussiste” il processo per il comandante russo, accusato dello schianto contro la barriera frangiflutti del porto di Otranto, in stato di ubriachezza, avvenuto nell’estate di ben 12 anni fa, del suo yacht con sette persone a bordo.

I giudici della seconda sezione collegiale (presidente Pietro Baffa, a latere Luca Scuzzarella e Roberta Maggio), nella giornata di ieri, hanno accolto la richiesta di assoluzione avanzata dal pm Donatina Buffelli e dall’avvocato Luigi Covella, legale dell’imputato, un 60enne russo.

Il comandante rispondeva dell’ipotesi di reato di naufragio colposo.

I fatti risalgono al 18 luglio del 2013. Secondo l’accusa, il comandante e proprietario dello yacht, avrebbe guidato la barca in stato di ubriachezza, andando a sbattere, intorno alle 22, sulla barriera frangiflutti all’esterno del porto di Otranto ed “esponendo i passeggeri ad un concreto pericolo per la loro incolumità”. A bordo della barca a motore di circa 13 metri, battente bandiera russa, vi erano sette persone di nazionalità russa e tedesca (tre adulti e quattro bambini). Solo per una bambina, che riportò un piccolo taglio, i sanitari del 118 ritennero opportuno il trasferimento nell’ospedale di Scorrano. Gli stranieri vennero ospitati in un albergo di Otranto.

In soccorso dei naufraghi e del natante, che salpato dal Montenegro era in navigazione nel Canale d’Otranto, giunse una motovedetta della Guardia costiera che, assieme al personale del Commissariato di Polizia di Otranto e ad alcuni pescatori sportivi, assistette gli occupanti dell’imbarcazione. Il comandante venne sottoposto ad esame alcolemico. Vennero avviate due inchieste, una amministrativa ed una penale, per accertare la dinamica dell’incidente.

L’imputato era stato condannato in primo grado a 10 mesi di reclusione (pena sospesa)  per danneggiamento con pericolo colposo di naufragio e dopo l’appello il processo è tornato davanti ai giudici, in composizione collegiale, poiché la Corte ha annullato la sentenza ed ha chiesto al pm di riqualificare il reato, riconoscendo il reato più grave di naufragio colposo.

E si è giunti al processo, conclusosi ieri con l’assoluzione dell’imputato.



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