Presunte irregolarità per la realizzazione del Twiga di Otranto,  assoluzioni in Appello e revoca della confisca

Viene ribaltato in secondo grado, il verdetto sulle presunte irregolarità per la realizzazione del “Twiga beach club” di Otranto in località Cerra.

twiga

I giudici della Corte di Appello  (presidente Domenico Toni), nella serata di ieri, hanno assolto con formula piena “perché il fatto non sussiste” due imputati che erano stati condannati in primo grado per occupazione abusiva del demanio marittimo. Si tratta dell’ex sindaco di Otranto, Pierpaolo Cariddi, 57 anni, nel ruolo di progettista e direttore dei lavori (3 anni e 9 mesi di reclusione in primo grado) e Raffaele De Santis, 77enne, di Otranto, legale rappresentante della società “Cerra” committente dei lavori, (3 anni e 3 mesi).

E ancora assoluzione, perché il reato di abuso d’ufficio è stato depenalizzato, per i tre imputati tra cui compariva anche Emanuele Maggiulli, 58, di Muro Leccese, all’epoca dirigente comunale dell’area tecnica (condannato a 4 anni in primo grado).

E per questo motivo, la Corte ha revocato la confisca dei manufatti della struttura (saranno restituiti alla società).

E poi, è stato pronunciato il non doversi procedere per il falso ideologico, per intervenuta prescrizione, di cui rispondevano Pierpaolo Cariddi ed Emanuele Maggiulli.

Il collegio difensivo

Il collegio difensivo era composto  dagli avvocati Gianluca D’Oria, Antonio Quinto, Roberto Sisto, Adriano Tolomeo, Andrea Sticchi Damiani.

Secondo l’accusa, rappresentata negli anni dai pm Antonio Negro, Roberta Licci e Alessandro Prontera, gli imputati rispondevano di abuso d’ufficio, poiché avrebbero procurato un ingiusto vantaggio alla società “Cerra”, attraverso una serie di agevolazioni. Avrebbero progettato una struttura con stabilimento balneare, zona da ballo e piscine, senza rispettare il piano regolatore. Inoltre, Cariddi e Maggiulli erano accusati di falso, poiché avrebbero attestato che le opere da realizzare erano precarie e il progetto conforme alle norme di accesso al mare.

Ricordiamo che il 15 maggio del 2017, i carabinieri dell’ex Corpo Forestale dello Stato, avevano eseguito il sequestro probatorio, su richiesta della Procura, del lido in costruzione. A quel punto, l’imprenditore Flavio Briatore, titolare all’epoca dei fatti, del marchio Twiga, attraverso la propria società, aveva deciso di sospendere l’accordo con la Cerra s.r.l. Invece, nel febbraio del 2018, il gip Michele Toriello emise un decreto di sequestro preventivo.

Si è poi giunti alla condanna al termine del processo di primo grado. I giudici di Appello, in queste ore, hanno però ribaltato il verdetto.



In questo articolo: