Bimbo di 5 anni in coma al Vito Fazzi. E’ meningite, in forma non infettiva

Difficile salvare la vita al bambino leccese colpito da meningite e ricoverato in rianimazione al Vito Fazzi. Così come rassicurano dalla struttura ospedaliera, non vi è pericolo di contagio. La patologia è la stessa che ha portato alla morte la 29enne leccese giorni fa.

Sono ore di angoscia profonda per i genitori e i famigliari del bambino leccese di 5 anni che l’altro ieri, dopo aver manifestato convulsioni e febbre, è stato trasportato in coma al reparto Pediatria del “Vito Fazzi” . Da qui è stato subito trasferito in Rianimazione. Il responsabile del reparto, Carmelo Catanese non nutre molte speranze e così, come ha dichiarato a Cesare Mazzotta dell’Associazione Salute Salento,  “Il bambino è in coma profondo – fa sapere afflitto – E le speranze sono ridotte quasi al nulla. La prognosi è riservatissima".

Una patologia fulminante che pare non lasci scampo. Come ha spiegato il medico  “Si tratta di una meningite causata da “streptococco pneumonia”, una forma, per fortuna, non infettiva”.
Altro non è dato sapere, tranne che il piccolo risulta regolarmente vaccinato contro l’infezione pneumococcica.

A manifestare grande dolore anche il direttore generale della Asl, Silvana Melli che ha commentato mesta “Solo un miracolo lo può salvare”.
 
Così come spiega Anacleto Romano, primario di Malattie Infettive del Fazzi  la meningite da pneumococco ha una percentuale di mortalità molto elevata. In particolare “il bambino ha contratto la stessa infezione della donna 30enne leccese morta appena due settimane fa. E’ stato isolato lo “streptococcuspneumoniae” che in questo periodo invernale può portare polmoniti, otiti e complicanze”.
 
Il caso che oggi si sta trasformando in tragedia è partita da un banale mal d’orecchi accusato dal bambino . “Ed è attraverso l’otite – spiega l’infettivologo – che il batterio in qualche caso può raggiungere le meningi”.
La conferma arriva anche dal dottor Catanese, come si legge nella nota dell’Associazione Salute Salento. “In un soggetto immunodepresso, come potrebbe essere il bambino – spiega – una normale otite può dare questo tipo di patologie. Come d’altronde è successo con la giovane donna morta recentemente di meningite, alla quale mancava la milza e quindi era immunodepressa”.
 
Alla luce di tale triste vicenda, arriva dai medici all'indirizzo dei genitori un consiglio da non sottovalutare: in questo periodo di freddo, di polmoniti e di mal d’orecchi, tutte le patologie, anche le più comuni, non vanno prese sottogamba e l'attenzione deve sempre essere alta.



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