È stato sentito nel pomeriggio di oggi il 17enne dell’istituto Tecnico Industriale “Fermi” di Lecce, presunta vittima di bullismo in classe.
L’ascolto del ragazzo è stato richiesto dal pubblico ministero Imerio Tramis della Procura dei Minori. Dunque, non si è più tenuto il consiglio di classe straordinario previsto in giornata. Era già tutto pronto ed erano presenti, tra gli altri, il Preside, i genitori dei due ragazzi ed i rispettivi avvocati. Poco prima che iniziasse, intorno alle 16:30, Carabinieri si sono infatti presentati a scuola, chiedendo di annullare il Consiglio, poiché il pm intendeva prima ascoltare lo studente.
Il ragazzo assistito dagli avvocati Giovanni Montagna e Giorgio Pasca ha risposto alle domande del magistrato inquirente. L’ascolto è durato oltre un’ora e si è svolto presso la caserma dei carabinieri.
L’inchiesta
Nei giorni scorsi è stata infatti aperta un’inchiesta con l’ipotesi di reato di maltrattamenti.
Il presunto bullo, un 17enne del Nord Salento, è difeso dall’avvocato Cristian Gabellone. La vicenda, dal grande clamore mediatico, è venuta fuori, attraverso un video realizzato da un compagno di classe della presunta vittima di bullismo, poi consegnato alla madre del ragazzo.
Fino a quel momento, il 17enne avrebbe nascosto i lividi delle umiliazioni subite, trovando delle scuse per quelle piccole ferite su braccia e gambe che si era “procurato in palestra”, almeno così diceva. Alla mamma che gli chiedeva spiegazioni quando ha scoperto il video-choc delle presunte violenze subite in classe ha cercato di minimizzare.
Alla fine sarebbe crollato e avrebbe confidato quello che viveva ogni giorno tra i banchi di scuola. Non c’è solo l’episodio immortalato con lo smartphone. Il ragazzo, in base a quanto denunciato nell’esposto presentato in Procura, sarebbe anche stato usato come “cancellino” umano per pulire la lavagna con la maglietta.
Il ragazzo che avrebbe minacciato con una sedia il 17enne dell’istituto Tecnico Industriale “Fermi”, costringendolo in un angolo, ha chiesto scusa utilizzando il gruppo Whatsapp della classe, ma la mamma della vittima ha affermato di non aver mai ricevuto alcun segno di pentimento.
Ospite di “Porta a Porta”, la donna (ripresa di spalle per motivi di privacy) ha puntato il dito anche contro i professori che non si sono accorti di nulla. Lo aveva già detto, tra le lacrime, ai microfoni di Mattino Cinque «Mi ha raccontato che è successo qualcosa anche in presenza di un insegnante». Anche questo dovrà accertare la Procura, chiamata a individuare anche le eventuali responsabilità del corpo docente.
