Caduta di un ultraleggero a Torre Sant’Andrea. Pilota condannato a 2 anni per disastro aviatorio colposo

Il velivolo, dopo il decollo, precipitò al suolo, ma per fortuna per la persona a bordo non vi furono gravi conseguenze.

Arriva la condanna per il pilota ritenuto responsabile della caduta di un ultraleggero, nel settembre del 2019, a Torre Sant’Andrea, marina di Melendugno. Il velivolo, dopo il decollo, precipitò al suolo, ma per fortuna per la persona a bordo non vi furono gravi conseguenze. Al termine del processo di primo grado, nella giornata di oggi, Oreste Adriani, 76 anni, di Brindisi, è stato condannato a 2 anni di reclusione  (pena sospesa) per disastro aviatorio colposo dai giudici della seconda sezione collegiale (presidente Pietro Baffa, a latere Luca Scuzzarella e Roberta Maggio).

L’imputato è stato invece assolto dal reato di danneggiamento.

Al termine della requisitoria il pm Rosria Petrolo ha invocato la condanna a 2 anni per il solo reato di disastro aviatorio colposo.

I fatti avvennero nel settembre di cinque anni fa, quando l’ultraleggero precipitò nel terreno privato appartenente ad una coppia di stranieri. A seguito del violento impatto, il velivolo avrebbe anche urtato contro alcuni arbusti.

Il passeggero riportò lesioni ritenute guaribili in oltre 40 giorni.

In una scorsa udienza, venne ascoltato in aula il colonnello Alfredo Caruso, nelle vesti di consulente tecnico dell’accusa, che rispose alle domande di pm e legale dell’imputato, confermando sostanzialmente quanto emerso nel corso dell’inchiesta.

In particolare, la caduta del velivolo, durante la fase iniziale di salita dopo il decollo, fu causata dalla perdita di potenza del motore. E ciò fu determinato da una erronea manovra in chiusura dei rubinetti del carburante in cabina, da parte del pilota.  Inoltre,  il velivolo non sarebbe stato in possesso  dei requisiti tecnici e amministrativi per operare all’interno dello spazio aereo controllato dell’aeroporto militare Lecce – Galatina, entro cui si trova l’aviosuperficie “Melendugno”. Anche se va detto, non sarebbero venute alla luce, avarie elettriche o meccaniche, al momento dell’incidente.

Nel corso delle indagini sarebbe emerso, in merito all’aviosuperficie “Melendugno”, una mancata rispondenza ai requisiti della normativa nazionale, per la presenza nelle vicinanze di ostacoli alla navigazione aerea. Non solo, anche  riguardo la normativa locale poiché i velivoli sarebbero stati in numero di gran lunga superiore a quelli autorizzati, in una zona, come quella di Torre Sant’Andrea, di importante vocazione turistica per la presenza di villaggi e abitazioni private.

L’imputato, assistito dagli avvocati Lucia Longo e Carlo Panzuti, potrà proporre ricorso in Appello, una volta depositate le motivazioni della sentenza.

 



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