Caso Marè². Ascoltati i quattro fucilieri che erano sulla Enrica Lexie

Questa mattina, in videoconferenza, sono stati ascoltati gli altri fucilieri italiani presenti sulla Enrica Lexie quel 15 febbraio 2012. Per Salvatore Girone e Massimiliano Latorre potrebbe essere una settimana cruciale.

Potrebbe essere una settimana cruciale per Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, i due marò italiani trattenuti in India con l’accusa di aver ucciso due pescatori al largo delle coste del Kerala. Intanto stamattina sono stati ascoltati, in videoconferenza, gli altri quattro fucilieri che erano a bordo della Enrica Lexie quel 15 febbraio 2012.

21 mesi, giorno più giorno meno, in cui si è tentato di capire che cosa sia realmente accaduto quel pomeriggio del 15 febbraio dello scorso anno. Quando nell’incidente tra la nave mercantile battente bandiera italiana e il Sant’Antony, avvenuto in acque internazionali al largo delle coste del Kerala, morirono due pescatori indiani, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone non erano soli sulla Enrica Lexie. A bordo, in tutto, 34 persone. Sei i militari del Reggimento San Marco col compito di proteggere l’imbarcazione dagli assalti dei pirati, molto comuni in quella zona. Nel frattempo, la storia dei due Marò è diventata un caso internazionale che ha attirato l'attenzione dei media e non solo.  Tra impasse e  difficoltà, questa settimana potrebbe essere quella decisiva per uscire dallo stallo e arrivare, finalmente, alla chiusura delle indagini da parte della polizia investigativa indiana (Nia).
Stamattina, infatti, all'ambasciata indiana a Roma sono stati interrogati gli altri quattro fucilieri che si trovavano sulla nave mercantile insieme a Latorre e Girone. I militari (Renato Voglino, Massimo Andronico, Antonio Fontana e Alessandro Conte), sentiti singolarmente, sarebbero stati accompagnati, secondo indiscrezioni circolate nelle ultime ore, dall’inviato del governo italiano Staffan De Mistura e da Carlo Sica, dell’Avvocatura dello Stato, che segue i legali indiani di Latorre e Girone.
La loro testimonianza è considerata di particolarmente interessante soprattutto alla luce delle perizie balistiche da cui risulterebbe che i proiettili trovati nei corpi dei due pescatori potrebbero essere compatibili con armi diverse dai fucili Beretta usati dai due Marò. Un particolare molto importante su cui fare piena luce, che era stato rilevato dal rapporto sommario redatto da un ammiraglio della Marina militare nel maggio 2012. 



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