
21 città in corsa per un solo, prestigioso, titolo: quello di essere per un anno la «Capitale Europea della Cultura». Una vetrina eccezionale, un un melting pot culturale -come è stato definito- non indifferente, un mix unico in cui si coniugano bellezze architettoniche e artistiche, storia e folclore, tradizioni millenarie ed eventi pensati ad hoc per l’iniziativa che, dal 1985 rappresenta senza ombra di dubbio una delle manifestazioni culturali più prestigiose e di alto livello in Europa. Da Stoccolma a Genova, da Atene a Glasgow, da Cracovia a Porto, nel corso degli anni ad essere cresciuta non è solo l’importanza del riconoscimento ma i territori stessi che hanno partecipato, in termini di visibilità, incremento al turismo locale, senso di appartenenza ad una cultura che supera i confini locali per essere appunto più «europea». Non solo una questione di «immagine», dunque ma molto di più.
Le città candidate per il 2019 si sono messe in gioco, ciascuna a modo suo. Amalfi, Aosta, Bergamo, Caserta, Catanzaro, L'Aquila, Lecce, Mantova, Matera, Palermo, Perugia-Assisi Pisa, Ravenna, Siena, Siracusa, Taranto, Torino, Urbino, Venezia con Nordest in rigoroso ordine alfabetico sono ora in attesa di conoscere chi sarà a fregiarsi del prestigioso titolo. Il tempo è ormai agli sgoccioli. Gli incontri di preselezione per le città candidate sono iniziati oggi lunedì 11, presso la Sala del Consiglio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e si concluderanno venerdì 15 novembre. Già in questa data, al termine dei lavori, è previsto l’annuncio pubblico della lista delle città pre-selezionate.
A Lecce tocca martedì 12 novembre. Una delegazione leccese sarà chiamata nella capitale, per un «focus point» sul dossier inviato al cospetto della giuria internazionale che decreterà una prima “short list”. Avranno a disposizione 30 minuti per esporre i contenuti del Bid Book; nella mezz’ora successiva è invece prevista l’interrogazione della giuria internazionale formata da Manfred Gaulhofer (Austria), Steve Green (Regno Unito), Jeremy Isaacs (Regno Unito), Jordi Pardo (Spagna), Elisabeth Vitouch (Austria), Anu Kivilo (Estonia), Norbert Riedl (Austria), Lorenza Bolelli (Italia), Gerardo Casale (Italia), Paolo Dalla Sega (Italia), Emma Giammattei (Italia), Alessandro Hinna (Italia) e Francesco Manacorda (Italia).
Nella specifico, l’audizione della delegazione leccese rappresenta il nono intervento, dopo L’Aquila.
Simona Manca, vice presidente e assessore alla Cultura della Provincia di Lecce, ha voluto fare il suo personale e caloroso «in bocca al lupo» in vista della selezione che porterà a scegliere le città italiane che potranno continuare la corsa verso la nomina di Capitale Europea della Cultura 2019.
“In questi giorni cruciali per la candidatura di Lecce a Capitale Europea della Cultura – si legge nella nota- voglio proprio fare un sentitissimo “in bocca al lupo” a Lecce e a tutto il Salento, al sindaco Perrone, allo staff che ha lavorato in questi mesi e che ora vede il primo importante traguardo a portata di mano. Come abbiamo più volte detto e ripetuto, si tratta di una sfida particolarmente difficile, non fosse altro per il fatto che le pretendenti sono ben 21 e molte tra queste con buone chances di affermarsi. Credo, però, che Lecce abbia fatto un cammino esemplare sul piano della progettazione e della partecipazione e coesione sociale e credo anche che oggi obiettivamente abbia tutti i requisiti per aggiudicarsi questa corsa. Insomma, una candidatura molto competitiva che ha impegnato tutti quanti e che porterà comunque indubbi benefici. Il punto di forza è stato quello di aver dimostrato di avere idee e risorse per costruirsi un futuro, a dispetto della crisi economica e di valori. Lecce e il Salento sono cresciute parecchio nell’ultimo periodo e, soprattutto, sono riusciti a smarcarsi da una immagine diversa e purtroppo legata a vecchi stereotipi che il Sud Italia continua a dare".
"Spero vivamente che possa prevalere Lecce – è l’augurio di Simona Manca – la sua storia, il suo presente, il suo fascino, il suo animo frizzante e la dimensione di una città sempre più europea, anche contro candidature pesantissime come Siena, Palermo o Venezia. Con un pizzico d’orgoglio, dico che questa partita bisogna giocarla per vincere, perché la posta in palio in termini di visibilità e di profitti sul piano sociale, culturale ed economico, è enorme e potrebbe cambiare il futuro di Lecce, di Brindisi, delle rispettive province… e dell’intera Puglia!”.